26 marzo 2010

LA SPERANZA CHE SIA FINITA

Finalmente alla mezzanotte di oggi la campagna elettorale passa, si fa per dire, alla fase della riflessione. Finalmente il premier, si spera, non occuperà in maniera così invasiva i tigì per fini meramente elettorali, tanto da costringere l’agcom a multare “per squilibrio” il Tg1 e il Tg5 con la cifra irrisoria di 100.000 euro (una discreta pubblicità sarebbe costata molto di più).
Finalmente … gli Italiani, almeno si spera, capiranno a fondo la realtà che vivono l’aria che respirano, i Tigì che sono costretti ad ascoltare, asserviti al potere di un premier che pensa di essere il padrone dell’Italia, che governa come una sua azienda, con una differenza sostanziale: mentre Mediaset incrementa i guadagni, lo Stato incrementa il debito pubblico, dimenticando i lavoratori che perdono il lavoro (stando ai dati Istat circa 400.000 lavoratori nel 2009 sono stati licenziati) con la disoccupazione apparente oltre l’8% e con quella reale ormai a due cifre.
E il governo del fare? Si è fermato, anzi non è mai partito. Ha occupato il tempo sulla giustizia per salvare il premier dai processi e su alcune riforme imposte al Parlamento, sempre più cassa di risonanza del governo, come quella scolastica, che affosserà sempre più la scuola pubblica, ormai in abbandono, per non dire sotto continuo piccona mento. La Gelmini sorridente ne annuncia lo sfascio, mentre il governo, unito in questo a numerose regioni, rimpingua le casse delle scuole confessionali … ma, si sa, la Chiesa promette voti e in un periodo di magra … meglio ricorrere alle intercessioni vaticane … non si sa mai.
Finalmente i Tiggì, almeno quelli della RAI, potranno occuparsi del lavoro che si perde, degli operai sui tetti delle fabbriche, delle scuole che cadono a pezzi, delle macerie de L’Aquila, dei giovani senza futuro, dei pensionati sempre più poveri, della vera riforma della giustizia, della malasanità che ingoia l’80% delle risorse regionali, delle piccole e medie industrie. I giornalisti potranno incalzare i politici e non strisciare ai loro piedi, come le intercettazioni di Trani comprovano, potranno fare il loro vero mestiere, quello per cui i cittadini li pagano, potranno riguadagnare la dignità di un’informazione vera e corretta, seppure nei modi in cui ognuno è portato a parlarne.
La dignità … una parola per i più ormai in disuso, ma sempre a portata di mano per chi avrà il coraggio di una sana riflessione.
Finalmente il premier e la maggioranza di governo potranno interessarsi della politica, delle ragioni per cui sono stati eletti e dare almeno la speranza di un futuro alle generazioni posteggiate nel limbo della precarietà, “osare la speranza” per dirla con don Gallo.
Purtroppo il calendario del premier è già ricco di proposte che nulla hanno a che vedere con la realtà sociale, con le famiglie, con i giovani, con gli anziani. Si parlerà di processo breve o di legittimo impedimento, di giudici rossi e di magistratura politicizzata, di Bari e non di Trani, di Santoro e non d’informazione, di presidenzialismo e non di riforma elettorale ridando al cittadino la sua centralità nella vita politica di sinistra complotti sta e di giustizialismo dipietrista.
Se la frase magica per risolvere i problemi dell’Italia e dei nostri figli, deve essere “Berlusconi è al sopra della legge, anzi è la Legge”, scriviamola pure. Il premier sarà meno nervoso e potrà dedicarsi al bene comune, com’è nelle sue aspirazioni e capacità!

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