Il Presidente Napolitano esterna e “firma” più di quanto imperversi il Papa nella tivù italiana.
Nella sua frenetica attività di mostrarsi sempre più al di sopra delle parti e garante indiscusso della Costituzione, ritiene di non poter fare a meno d’intervenire per dare, anche Lui che ne ha la facoltà, un’”interpretazione autentica” di regole e comportamenti che potrebbero degenerare in scontri istituzionali.
Ferma restando la sua buona fede, simile a quella che un buon padre esercita nell’ambito educativo che riguarda la prole in formazione, i risultati di tanta solerzia non sono dei più rasserenanti.
Ogni sua esternazione, insomma, invece di portare ordine determina molte “interpretazioni autentiche”, tante quante sono le forze politiche in campo e anche di più, in ragione dei numerosi leader in passerella televisiva.
È il caso del Decreto salva-liste, firmato ad ora tarda, vista l’urgenza del provvedimento governativo. Al di là di tutte le giustificazioni addotti da valenti opinionisti di destra e di sinistra, due domande sorgono spontanee:
- perché il Presidente al suo rientro dal viaggio all’estero ha ritenuto di dover collaborare, (anche aspramente, come ci dicono le cronache), alla stesura del Decreto, sfacciatamente rivolto all’ammissione di una sola forza politica e del tutto anticostituzionale?
- perché, nel ruolo che gli assegna la Costituzione, non aspettava “il parto” del governo, riservandosi di firmarlo?
Sono domande semplici, ma difficilmente avranno una risposta semplice…solo risposte “interpretative autentiche”, con qualche voce fuori dal coro, che viene subito criminalizzata come “lesa maestà”.
- Dimentichi le minacce di convocare la piazza. Un Presidente non può non pensare alla pace nazionale, s’introduce il mio amico.
- È vero, la concordia nazionale prima di tutto, ma, come l’esperienza Gli avrebbe dovuto insegnare, cedere al ricatto della piazza non ha mai pagato: lodo Alfano docet. Avrebbe potuto denunciare le pressioni ricevute e dichiarare di essere in attesa di un decreto definitivo elaborato dal Governo…
- Avrebbe provocato una situazione di contrapposizione senza precedenti e con questa destra…
- Intanto, nonostante la prudenza, domani la destra scenderà in piazza a Roma e tutti noi, immaginiamo il comportamento del suo leader: attacco alla magistratura politicizzata, alla sinistra senza amore, all’odio verso la sua persona, ai possibili attentati…Almeno una volta il Presidente non sarà attaccato, non sarà un Presidente comunista, anzi sarà visto come l’unico baluardo contro la deriva rossa.
- Però la sua lettera con la quale si rivolge ai Partiti e alle istituzioni (CSM e Ministero della Giustiizia) dà una chiara lezione sull’osservanza delle regole, con colpi equamente distribuiti a destra e a manca. Emerge…
- …un Capo dello Stato, ancora una volta poco chiaro che, proprio perché d° un colpo al cerchio e uno alla botte, non fra chiarezza su come le regole vanno rispettate: ognuno , come ho detto prima, dà la sua interpretazione autentica e, per di più,un altro soggetto s’intromette nella contesa tra destra e sinistra che viene tirato per la giacchetta ora da una parte ora dall’altra, generando, suo malgrado, molta confusione e…
- …i cittadini si disamorano della politica…tanto i partiti“sono tutti uguali”.
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