Il Medioevo è tra di noi. Basta sintonizzarsi in un canale qualsiasi di MediaRai per averne ampia conferma. Un ritorno al passato che annebbia uomini e istituzioni che li rappresentano, mentre il Paese assiste attonito al degrado etico-politico, costretto a parteggiare per l’uno o l’altro soggetto, dando colpe e ragioni con riferimento alle pulsazioni incontrollate della simpatia più che alle ragioni del vivere civile nel rispetto delle persone e degli strumenti che ne regolano i comportamenti per evitare l’imbarbarimento della vita comune.
Le tante colpe, ormai evidenti agli occhi di tutti, sono attribuibili, ognuno in rapporto al ruolo che ricopre, a soggetti sia religiosi sia politico-istituzionali, seguiti a breve distanza dalla cultura e dall’informazione.
La dolorosa vicenda di Eulana viene usata cinicamente da tutti i soggetti suindicati che hanno coinvolto in modo vergognoso il Presidente della Repubblica solo per puramente strumentale, in quanto il vero obiettivo, com’è facile verificare, è l’attacco alla Costituzione ed equilibri istituzionali che da essa derivano.
Andiamo con ordine.
Fino a venerdì il premier non aveva mostrato grande interesse per la vicenda di Eluana, come altri ministri (la signora Prestigiacomo il giovedì aveva rilasciato in Tv una dichiarazione che andava in senso contrario), se escludiamo l’ex socialista Sacconi e alcuni sottosegretari.
Giovedì al senato la maggioranza aveva approvato il disegno di legge del governo (Sacconi ne fa parte) sulla sicurezza che prevede la denuncia da parte dei medici degli irregolari che ricorrono alle cure mediche. Gli irregolari, temendo il rimpatrio, difficilmente ricorreranno alle cure mediche, tranne in situazioni gravi che possono compromettere la loro stessa vita: è, per fare qualche esempio, il caso di una partoriente o di un ammalato di Aids. In questi casi la sacralità della vita non conta, possono rendere l’anima a Dio che, anzi…li accoglierà in paradiso. Come martiri?
Come mai il governo è passato dall’indifferenza alla difesa della vita, in così breve tempo?
Venerdì mattina il Presidente della Repubblica invia una lettera al premier con la quale motiva le ragioni che lo porterebbero a non firmare un decreto d’urgenza che imporrebbe la sospensione del protocollo che porterà Eluana verso la morte e ciò in ragione di una manifesta incostituzionalità dello stesso.
Ecco l’occasione tanto attesa, direi auspicata, dal premier che, nella conferenza stampa serale, annuncia che un ddl (disegno di legge) che sarà approvato dal parlamento in due, tre giorni, in sostituzione del decreto che il presidente non vuole firmare.
Ha voluto provocare, come vedremo senz’altro un conflitto d’interesse e, vista la virulenza della conferenza, dimostrare chi comanda. Infatti, dichiara che “non si può governare senza la decretazione d’urgenza” e minaccia (sic) di “tornare dal popolo per cambiare Costituzione e governo”.
Penso che tornare dal popolo sarebbe una buona soluzione. Finalmente il popolo potrebbe esprimersi alla luce di fatti certi che ne mettono in mostra l’inconcludenza e la vocazione alla dittatura, dandogli una forte delusione. Ma non lo farà perché questa volta rischierebbe e o sa!
Il conflitto con il Presidente è evidente, come la volontà di farla finita con le pastoie, per lui, della separazione dei poteri. Attacca, quindi la Costituzione che secondo lui va cambiata “perché è una legge fatta…sotto l’influsso di una fine della dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla costituzione russa come un modello”. Dichiarazioni farneticanti che, se ce ne fosse ancora prova, mettono in evidenza un uomo privo di scrupoli, pronto a calpestare anche la carta costituzionale per i propri fini.
La cosa più sconcertante, indegna per qualsiasi uomo, anche pensarla, è l’attacco al papà di Eluana, quando afferma che la fretta con cui è stato avviato il protocollo che sospende l’alimentazione e l’idratazione “sembra nascondere nient’altro che la volontà di togliersi una scomodità”. È solamente mostruoso pensare una cosa del genere, quando il calvario di Eluana dura da 17 anni. Nessun rispetto per la dignità e la sofferenza di un padre, vergogna!
Un gioco più sporco, per il ruolo che dice di sostenere, è quello del Vaticano e delle gerarchie che hanno ancora una volta sconfinato nel terreno della politica rilasciando dichiarazioni che mettono in risalto il disprezzo verso quanti non la pensano come loro su temi di cui pensano di avere l’esclusiva secondo un mandato divino mai dimostrato e che, comunque, hanno sempre disatteso nel corso della loro storia.
Subito dopo la conferenza stampa, mons. Fisichella si compiace col premier: “Il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini”. Si può notare che parla come un politico, ha solo sostituito popolo con cittadini ma…imparerà. Non si fa attendere la dichiarazione critica verso il Napolitano del card. Martino che, dimentica che sta parlando di un capo di Stato cui deve rispetto assoluto: “Sono costernato che in tutte queste diatribe politiche si ammazzi una persona e sono profondamente deluso (dalla decisione del presidente di non firmare il decreto)”.
La Chiesa ha mobilitato davanti alla clinica schiere di fanatici con striscioni e ceri accesi che invocavano a voce alta Dio perché Eluana viva. Uno spettacolo deprimente che ci trasporta lontano nel tempo, anche di là dal fatidico anno zero. Mi chiedo perché non chiedano il miracolo della resurrezione, otterrebbero la certezza dell’esistenza di Dio e che nella sua immensa bontà ha ascoltato la preghiera del suo popolo. Forse il miracolo non sarà fatto perché poi se ne chiederebbero altri, magari la fine della guerra in Palestina, la salvezza di tanti bambini, proprio per la sacralità della vita, che giornalmente muoiono di fame o di malattia, Ma questa è un’altra storia…specie se cade di sabato, giornata di riposo.
In questa vicenda il premier, dicono, ha accettato il diktat khomeinista della chiesa di Ratzinger.
Io penso che il premier e la Chiesa, entrambi in difficoltà, si siano sostenuti reciprocamente, ognuno pensando di usare l’altro.
È indubbio che siamo in emergenza democratica e morale e quando le massime istituzioni entrano in crisi e pretendono di rimanere a galla comprimendo le libertà individuali e entrando con violenza nelle coscienze dei cittadini, allora è il medioevo.
Chiudo con due riferimenti storici illuminanti e ognuno faccia la sua riflessione.
Enrico di Borbone, ugonotto, per poter salire al trono di Francia, era il 1593, si convertì al cattolicesimo. All’uopo, gli si attribuisce la famosa frase: “Parigi val bene una messa”.
Il cardinale Carlo Maria Martini, parlando del caso Welby, affermò che nel decidere se un intervento medico è da interrompere “non può essere trascurata la volontà del malato, in quanto a lui compete, anche dal punto di vista giuridico, salvo eccezioni ben definite, di valutare se le cure che gli vengono proposte, in tali casi di eccezionale gravità, sono effettivamente proporzionate”.
09 febbraio 2009
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