Quanto rumore, quanta ipocrisia e quanta strumentalizzazione specie a proposito della sacralità della vita, quando la vita viene offesa giorno dopo giorno con morti violente, in guerre senza senso e in situazioni di povertà che l’Occidente ricco e religioso procura. Per non parlare della morte dovuta all’indifferenza e alle umiliazioni, morte procurata da decisioni dogmatiche, velate dall’amore ma che spesso è puro esercizio di potere del più forte sull’indifeso.
Grida assordanti si levano dalle istituzioni religiose e governative, pronte a decretare provvedimenti d’urgenza che ancor di più andrebbero a martoriare una donna che da diciassette anni in uno stato vegetativo senza ritorno.
Il silenzio, l’umile silenzio dell’amore e del rispetto della dignità di chi soffre per un affetto che se ne va!
Né i vescovi e i cardinali e tutti i loro degni orchestrali né i politici e i loro compari sono in grado di capirne il senso, sopraffatti dal rumore dell’apparire e dal possesso di una presunta verità che di fronte al persistere di simile situazione mostra tutta la sua impotenza e inattualità.
Preghino i religiosi, come hanno detto più volte, senza minacce perché Eluana si allontani da questo mondo con dignità e secondo il suo volere, preghino per una famiglia umiliata prima dalla disgrazia e poi dall’umana presunzione, spesso molto prossima al divino.
Si dedichino i politici a risolvere i problemi della quotidianità che assillano i cittadini italiani, tutti, soprattutto quelli che vivono ai margini della società, gli esclusi, senza dimenticare le numerose vittime del lavoro; decretino per risolvere le disuguaglianze e creare una società solidale e giusta.
Anch’io da questo momento farò silenzio, unendomi al silenzio di dolore e di speranza della famiglia Englaro.
05 febbraio 2009
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