10 novembre 2008

COSSIGA, L’EMERITO
Le farneticanti battute di Cossiga mi mettono angoscia e mi fanno rabbia.
Io non auguro la morte a nessuno, nemmeno al peggior nemico, ma se perdesse la voce, come accade in “San Giovanni decollato” di Pirandello, penso che pochi ne soffrirebbero.
Il presidente emerito, che nella sua lunga carriera si è ben mimetizzato, ricoprendo le più alte cariche istituzionali, oggi continua, con la sfrontatezza della vecchiaia e l’arroganza dei comportamenti (tanto chi oserebbe, magistrato o uomo politico, indicarlo come un terrorista sobillatore, qual è?) a “picconare”, per usare un termine in uso anni fa per giustificare le sue uscite verbali, affiancato dall’altro vecchio, non emerito ma venerabile, Gelli. Viste le coincidenze, è possibile che si siano sentiti al telefono: è il loro periodo, tanto, meno male che Silvio c’è.
Mi chiedo se il signor B l’abbia inserito tra gli imbecilli d’Italia, perché in questo caso sarebbe un emerito imbecille e non si capirebbe, per la verità non si capisce, perché i media enfatizzano tanto le sue gravissime dichiarazioni, di un “imbecille” in cerca d’autore, quando ormai il tramonto per lui è sopraggiunto da lungo tempo.
“Non ti curar di loro, ma guarda e passa”, scriveva il sommo poeta. L’indifferenza assoluta, ecco, sarebbe la soluzione estrema.

IL LUSSO RESISTE
Il TG1 di oggi c’informa che il settore del lusso resiste alla crisi finanziaria.
Bella scoperta! Ci volevano gli esperti giornalisti del TG1 a darci una notizia stracotta, e non da ora, ma dai tempi dei tempi.
E’ la dimostrazione di quanto lor signori siano lontani dai problemi reali del cittadino comune, di quello che vive di stipendio o di pensione o di sussidi, che paga l’affitto o il mutuo e compra a rate, che ha uno o più figli da mantenere.
O vogliono prenderci in giro…ma non penso…forse ha ragione il signor B.
Figuratevi un cassintegrato che va a comprare il vestito griffato per il figlio, o l’operaio che per recarsi al lavoro compra un SUV, o due coniugi con due figli da mantenere all’università che vanno in crociera nel mar dei Caraibi.
Roba da matti!
O forse pensavano che anche i ricchi piangono, che non vanno più nei ristoranti di lusso o non comprano barche o auto di lusso o si privano di un Valentino o di un Dolce e gabbana?
La crisi economica, l’inflazione o qualsiasi rincaro dei generi di prima necessità, cari ingenui giornalisti, colpiscono le classi più deboli, che incominciano a selezionare gli acquisti, mentre fanno il solletico ai ricchi, che, forse, si arricchiscono ancor di più.
Grazie, in ogni modo, di averci informati che almeno, in questo periodo di vacche magre, il lusso non abbassa la saracinesca e molti pescecani s’ingrassano. Grazie, ancora grazie. Meno male che siete!

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