L’appello ricolto da Nicola Cariglia al mondo laico-socialista, in un momento che anch’io reputo favorevole, potrebbe essere importante per rimettere assieme le diverse anime del socialismo e di quel mondo laico che oggi si sente tradito dal Partito Democratico.
Il tempo, in ogni modo, non ci è alleato, in quanto, se si voterà in primavera, saremmo più impreparati dei partiti già sulla piazza.
Abbiamo perso parecchio tempo in discussioni sterili che hanno distratto energie e persone. La Costituente socialista doveva darsi dei tempi più stretti e un progetto politico nuovo capace di attrarre gli elettori, non per quello che siamo stati, ma per quello che volevamo essere. Insomma dovevamo dare un messaggio forte su temi caratteristico per le famiglie che ci avrebbero visto come punto di riferimento. Oggi, più che mai dopo le pessime dimostrazioni date dal mondo politico, c’è bisogno di una novità dirompente che stacchi con la vecchia politica, che faccia della coerenza un punto fondante dell’azione politica.
Insomma, abbiamo la necessità come partito “nuovo” di avere delle specificità chiare che indichino un percorso e facciano da calamita.
Il laicismo, come difesa da ogni ingerenza sulle istituzioni repubblicane, la difesa dello stato di diritto nato dalla Costituzione nell’assoluto rispetto e nella separazione dei principi fondamentali su cui si fonda la democrazia, il diritto di ogni “persona” di vivere un’esistenza dignitosa dal punto di vista economico e sociale, questi dovrebbero essere i punti qualificanti del nuovo partito che nasca dalla Costituente.
Avere posizioni chiare su punti precisi ci farebbe uscire, come dice Cariglia, “dall’umiliante giorno per giorno e darsi una prospettiva per la quale molti giovani e meno giovani sarebbero disposti ad impegnarsi”.
23 gennaio 2008
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