Partecipare alla manifestazione per la Costituzione ed esprimere le proprie opinioni è un momento di alta democrazia. È un’alta manifestazione (prova?) di regime chiederne le dimissioni, specialmente quando a farlo sono un giornale di famiglia o un capo gruppo di lungo corso ex lombardiano (povero Lombardi!) e di passaggio iscritto alla P2 di Licio Gelli o addirittura un trasformista a 3000 euro al giorno –qualche centesimo proviene dal mio canone - come Giuliano Ferrara con tanti “ex” appuntati sulla giacca come tante patacche al valore prostrante.
“Se i magistrati fanno i comizi, i politici potrebbero fare anche le sentenze”, sentenzia (o minaccia?) il “più intelligente” dei giornalisti cui sfugge – è grave per un direttore … anche se del Foglio- che ciò i politici lo stanno facendo da quando l’attuale legislatura ha avuto inizio. Il tribunale dei ministri ha negato più volte le richieste di procedimento avanzati dalla magistratura per vari componenti del governo di oggi (Fitto, Cosentino, Matteoli … altri?) e di ieri (Lunardi) e per di più onorevoli e senatori, ministri e capigruppo hanno espresso in tutti i luoghi l’innocenza del loro leader, giurando (attraverso il voto in parlamento) di credere persino nella parentela di Ruby e nello scampato pericolo di un conflitto, sebbene diplomatico, con l’Egitto. È stato fatto con le numerose leggi ad personam e con i vari tentativi di imporre i vari “lodi- salva- premier”. E la stampa compiacente quante condanne ha emesso a partire dal caso Boffo?
L’intervento del capogruppo Cicchitto, anch’egli medagliato con tanti “ex” - forse anche per questo premiato con un ruolo di alta responsabilità? – è sintomatico dell’idea che il Pdl ha della democrazia e dell’Ordine della Magistratura. La democrazia finisce nel momento in cui viene introdotta la scheda elettorale nell’urna. Tra cinque anni, se lo vorremo, ve ne daremo ancora facoltà. Sia chiaro, è permesso esprimere le proprie opinioni, anche critiche contro il governo, ma il nostro fuoco di sbarramento sarà pesantissimo … colpiremo nel gruppo, “non faremo prigionieri”, come diceva Previti. Le manifestazioni pubbliche e li scioperi saranno, se non permessi, sopportate, ma, attenti, la polizia anti sommossa potrebbe colpire duramente e poi … chi se ne frega dei motivi degli scioperi e delle manifestazioni, chi mai li ascolterà … ormai il nostro cammino è tracciato.
L’ordine della Magistratura non può scendere in piazza, non può andare in trasmissioni televisive, non può difendere la Costituzione dallo stravolgimento … ma non si rendono conto dei privilegi accumulati, della vita tranquilla che possono condurre e quale potrebbe essere la loro carriera se solo la smettessero di “inculcare” (mi vien da ridere!) strane ed eversive idee nella mente dei cittadini più deboli, sui giovani intellettuali, sui giovani disoccupati, sui cassaintegrati, sui licenziati, sui pensionati, sulle donne … che la mettessero di parlare di diritto e di diritti … tanto chi meglio di “NOI” ha la cultura del diritto di governare, di ”inculcare” (mi viene ancora da ridere!) nei cittadini, a cominciare da quelli che non ci hanno votato (comunisti e sinistroidi), le idee del buon governo che vede e provvede ai loro bisogni – per esempio, se aumentiamo di un euro il biglietto del cinema, lo facciamo perché vogliamo un cinema di qualità non un cinema di massa. E ciò vale per la scuola (poche scuole con aule di 35 alunni - ma avete dimenticato le esperienze del dopoguerra? – pochi bidelli, pochi applicati, pochi fondi … ma tante “i” d’inefficienza, d’inganno e d’impreparazione … degli altri, s’intende. Non voglio essere frainteso, ma le scuole paritarie o confessionali perché non provate a visitarle: efficienza assicurata! Indottrinamento, inquadramento … che volete di più?), per l’università (troppi laureati … meglio pochi ma buoni e poi troppi studenti … ma perché non vanno a lavorare? – già, perché?-, per la sanità (pochi centri polivalenti, uno per ogni capoluogo di regione, ma di eccellenza).
Mi sono dilungato troppo. Ma come si fa a non vedere a non giudicare a non apprezzare il lavoro che fanno per noi. Prendete le opere pubbliche: poche ma buone, care ma solide – si, qualche viadotto cede, qualche tetto cade, qualche scuola o caserma “si rende” inagibile … ma capita, è nell’ordine dell’umana “coscienza”, e poi bisogna pur tenere in considerazione il tenore di vita cui siamo abituali.
Sono andato ancora oltre. Ma come si fa a fermarsi. Riuscite a farlo davanti a una cesta di rosse ciliegie?
Il mio sogno: che la magistratura scenda in piazza e reagisca con argomentazioni ben motivate e immediatamente comprensibili agli insulti che riceve giornalmente da una classe politica povera di cultura istituzionale; che il Presidente della Repubblica nella sua qualità di presidente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) s’indigni per le parole di delegittimazione che giorno dopo giorno sono versate contro la Magistratura, che sottolinei il rischio deriva democratica che corriamo a causa di un diffuso conflitto istituzionale. E lo dica a voce alta.
14 marzo 2011
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