09 dicembre 2010

IL TEATRINO DELLA POLITICA RITORNA

Mi ero ripromesso di non scrivere di politica fino al giorno 15 p.v., ma la mia sopportazione, assistendo a quanto di peggio la politica possa mostrare, non può andare oltre.
È uno spettacolo indegno anche per l’ultimo dei Paesi civili, se mai ce ne fosse uno dietro il nostro. I nostri politici, super-stipendiati e super - garantiti (pensione, buona uscita, benefit d’ogni genere e … sostanza), super- rispettosi e super-presidenzialisti stanno mostrando, se ce ne fosse stato bisogno, il super di sé (il meglio che va molto al di la). Sono dei super strateghi, dei super ipocriti, dei super mangia pani a tradimento (tanto, per restare in tema), dei super commedianti (ironicamente parlando e senza voler offendere i commedianti, quelli che si esibiscono a teatro) della nostra politica perché altrove, nell’ultimo Paese civile dietro di noi, sarebbero solo pessimi cabarettisti di locali malfamati.
Sono indignato, come dovrebbero esserlo gli italiani (tutti, meno i parlamentari – s’intende per parlamentari coloro che parlano non sapendo cosa fare … o forse no? Quelli che alzano il dito quando gli viene ordinato, quelli che non si guardano allo specchio per paura di … insomma quelli che non sono stati votati ma nominati -, i sodali, quelli che con loro s’identificano, quelli che evadono le tasse perché … la legge glielo permette, quelli dei capitali all’estero, quelli delle superbarche intestate alle società, quelli delle società offshore, quelli che vivono di sotterfugi e quelli che sfruttano i diversi ma poi scendono in piazza contro gli immigrati, ecc. …) e durante i tigi mi vergogno per loro.
Uno di loro, credo quello che chiamano cavaliere, quando entrò in politica dichiarò che avrebbe salvato l’Italia dai comunisti (mi viene da ridere quando penso ai comunisti italiani!), avrebbe eliminato la disoccupazione, avrebbe rilanciato l’economia, avrebbe … avrebbe … non mi ricordo, ma avrebbe fatto tante altre cose. Ecco … mi ricordo … non avremmo più assistito al teatrino della politica perché il cavaliere avrebbe “fatto” non “recitato”.
Di cose da allora ne ha fatte tante come per esempio le leggi ad personam, la legge porcellum, i condoni tombali, lo scudo fiscale, poi … poi … e poi … non è che posso ricordarmi tutto! Dimenticavo, ha fatto scomparire la spazzatura di Napoli, ma ha conservato le macerie de L’Aquila a memoria futura.
Il teatrino, che era stato chiuso, proprio come la Camera dei deputati, per restauri, è esploso con tutta la sua potenza attrattiva. I figuranti sono tanti, ma i capocomici, vecchi mestieranti senza talento, sono pochi. Cercano, poverini di far ridere, ma hanno sbagliato rappresentazione: non una farsa ma un dramma. Si sforzano di far ridere, ma fanno solo piangere. Sul palcoscenico si susseguono scene da basso impero, mentre sul palcoscenico della vita, all’esterno del Palazzo, pardon del teatro le scene sono vere: operai che muoiono mentre lavorano nella completa indifferenza dei politic-anti, impiegati e operai che scioperano perché hanno perso il lavoro, studenti e professori e ricercatori che protestano ormai da settimane senza che il Palazzo si accorga di loro, i poliziotti che protestano davanti alla residenza del premier per i tagli alla sicurezza (mancano i soldi per la benzina), gli edili - operai e imprenditori - che scendono in piazza, l’informazione che non informa, la giustizia che non riceve i mezzi per farla funzionare, se società d’intercettazione che non sono pagati dallo stato, la P3, la spazzatura a Napoli che non intende nascondersi, le infrastrutture autostradali e aeroportuali che non ci sono, le classifiche internazionali che vedono l’Italia relegata agli ultimi posti (per le auto blu e per gli stipendi ai parlamentari di ogni grado e ordine siamo al primo posto), i pensionati che tirano a campare, la disoccupazione che si avvicina al 12% e quella giovanile attestata oltre il 20, la fuga dei cervelli, la scuola che funziona perché i genitori si tassano per comprare materiale di consumo e igienico cui lo stato dovrebbe provvedere, Pompei che si sbriciola, il debito pubblico sempre più alto … mi fermo perché sono già in depressione.
Nonostante tutto ciò, una speranza di salvezza ce la stanno dando alcuni onorevoli, per ora solo tre, che, in vista della sfiducia, hanno formato “Il movimento di responsabilità nazionale”.
Onorevoli con le palle che si sono stancati di essere tirati per la giacchetta, come fossero oggetti da comprare e mettere tra l’argenteria di famiglia, che hanno il senso dello stato e faranno di tutto, responsabilmente, per esprimere un voto di fiducia per un governo del fare che potrebbe realizzare ancora di più se il premier si accorgesse di loro nell’assegnazione di ministeri e sottosegretariati, non come forma di riconoscenza, badate, ma solo per la loro competenza e il loro amore per l’Italia.

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