15 dicembre 2010

BERLUSCONI HA VINTO E IL PAESE?

Secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, a ottobre il debito pubblico è aumentato del 5,9% rispetto all’inizio dell’anno, attestandosi a 1.867 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo le entrate fiscali sono diminuite dell’1.8%.
Il governo continua a dire che tutto va bene, che l’Europa è soddisfatta dei nostri conti pubblici, che il ministro Tremonti è stato bravo – anche molti cronisti di sinistra sono convinti della competenza e del buon lavoro svolto dal ministro dell’economia che nemmeno ci informano come il nostro eroe è stato declassato nella classifica dei migliori ministri economici, promossa dal “Financial Times”, dal 5° al 14° posto su 19 – che il governo del fare ha agito nel migliore dei modi possibili e se qualcosa non va, la colpa è della sinistra e di Fini, che gli studenti universitari protestano perché non vogliono studiare, che i ricercatori si lamentano per boicottare la riforma Gelmini, che le forze dell’ordine … che a Terzigno … che gli edili … che la cassa integrazione … che la disoccupazione giovanile … che l’informazione … che la benzina … che la giustizia … che gli stipendi … che il Meridione … che le infrastrutture … che la corruzione …
Al cittadino comune, quale io sono, si presentano due ipotesi: la prima è che tutto va bene e che ciò che vede attorno a sé non esiste, è una distorsione della fantasia; la seconda è che con la fantasia non si paga il mutuo né si fa la spesa al supermercato né si arriva alla fine del mese e che la fantasia non può nascondere la realtà che è quella che le famiglie toccano con mano.
Allora il governo mente pur sapendo di mentire. Ciò lo rende ancora più colpevole agli occhi dei cittadini che non hanno fantasia per nascondere il loro stato d’indigenza.
Ieri, a pranzo – è una combinazione, non una battuta – la Camera ha respinto, per soli tre voti la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Berlusconi, ancora una volta ha mostrato che gli affari li sa fare molto bene, la politica un po’ meno.
Ma non voglio portare il discorso sul referendum pro o contro Berlusconi, come ormai fa il mondo politico e dell’informazione, farcita da politologi di ogni genere e appartenenza. Sarebbe la cosa più facile e la questione politica si ridurrebbe a una questione di tifo da stadio.
Berlusconi ha vinto! Berlusconi ha perso! Vedrete, ci sarà ancora un secondo tempo in cui Berlusconi si esalterà, annunciava ier sera il direttore “tempo”, Sechi.
Berlusconi ha vinto algebricamente ma non politicamente … ha lanciato un messaggio ai moderati sparsi nel Parlamento … la maggioranza si allargherà a Casini … no, la fiducia gli servirà per andare alle elezioni anticipate … sarà Bossi a staccare la spina quando si accorgerà per il federalismo … la campagna acquisti continuerà ancora più violenta … faremo la riforma elettorale (un senato con premio di maggioranza nazionale) … le opposizioni, Pd in testa, non hanno presentato una controproposta alternativa né il nome del probabile leader ... la tempistica è stata sbagliata … sarebbe stato un ribaltone … eccetera, eccetera, eccetera.
A nessuno dei commentatori è passato per la mente che il Parlamento, considerato come l’insieme di nominati delle segreterie - ecco perché si può parlare di tradimenti - non è stato umiliato da qualcuno, ma ha dimostrato di non essere più un’istituzione né politicamente né moralmente credibile. Non rappresenta il Paese, occupato non a risolvere i problemi reali ma a litigare e a risolvere problemi “altri”. Vive nel “Palazzo”, asserragliato e attaccato con i suoi privilegi alla poltrona, estraneo a ciò che succede alle centinaia di migliaia di famiglie che pagano le tasse e permettono “agli onorevoli parlamentari” di ricevere un lauto stipendio e ancor più lauti benefit, tra cui una pensione dopo tre anni di presenza non necessariamente continua – i mortali lavoratori aspetteranno lo scoccare del sessantacinquesimo anno d’età ... se ce la faranno.
Lo spettacolo parlamentare è stato degradante e umiliante per un Paese civile, ma ancor più degradante è stato lo spettacolo mediatico.
Come si fa a dire che la sfiducia è stata un atto contro Berlusconi, senza una motivazione politica, come si fa ad accusare le opposizioni di mancanza di proposte programmatiche?
Fli ha motivato con delle ragioni politiche, magari non condivisibili, assai evidenti il distacco dal Pdl, sforzandosi di proporre un programma alternativo, come ha fatto l’Udc e come ha fatto il Pd, che l’ha addirittura proposto sabato scorso in una grande manifestazione a Roma.
Non riconoscere ciò è boicottaggio e malafede. È paradossale chiedere alle opposizioni un programma di governo per giustificare la richiesta di sfiducia. Non sarà l’elettore a votare la sfiducia, ma il parlamento con gli schieramenti ben individuati, con qualche incerto in attesa di un’offerta. Tra l’altro le motivazioni della richiesta della sfiducia rappresentano già un’alternativa al programma svolto o no dal governo.
Un governo alternativo, anche solo per cambiare la legge elettorale e rivedere la legge finanziaria, non sarebbe stato un ribaltone, avrebbe solo sancito l’incapacità di questo governo di governare e avrebbe dato all’Italia una nuova legge elettorale, diversa dal porcellum attuale che determina un cospicuo premio di maggioranza alla coalizione anche vincendo per un solo voto, al 30%. Sta proprio qui, nel premio di maggioranza così stabilito, che sta il paradosso di vedere il settanta per cento del Paese all’opposizione. Non regge il consiglio che si dà alle opposizioni di coalizzarsi, perché è risaputo che ci sono tra di esse notevoli differenze ideologiche che rendono difficile se non impossibile una coalizione.
Berlusconi ha vinto e allora governi serenamente, affrontando i problemi dei cittadini e non pensi all’undici Gennaio 2011.

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