24 marzo 2009

I PARADOSSI DEL CARDINALE BAGNASCO

Il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, o se volete della Santa Inquisizione Italiana, se continueremo di questo passo sostituirà il rimprovero con la scomunica.
Non criticherà più, anche se severamente, quanti, “in Italia e all’estero” (più all’estero che in Italia – in verità pure l’Italia dovrebbe essere estero. O il cardinale la considera una dependance?) hanno osato non essere d’accordo con SS Benedetto XVI, ma ci accuserà di lesa maestà o di bestemmia continua. Ratzinger, infatti, oltre a essere un capo di stato, un monarca assoluto, è anche il vicario di Cristo.
È paradossale che il cardinale esprima “disappunto” per le critiche rivolte al papa, “specialmente nei paesi occidentali (il resto del mondo l’ha ignorato o non lo conosce nemmeno) ”, sull’inutilità del preservativo nella lotta all’Aids, o per quelle concernenti il fatto di aver tolto la scomunica al vescovo negazionista Williamson e lamenti attacchi alla Chiesa per il caso Englaro.
Certo, questo papa e la gerarchia che lo circonda, le polemiche o le accuse, chiamiamole come vogliamo, se li cercano.
Com’è possibile, mi chiedo, che venga ritirata la scomunica a Williamson, dichiarato e affermato negazionista della shoà? Come mai, appurata la verità, non ha ritirato il provvedimento? È un fatto di estrema gravità che il papa e la sua corte non sapessero ed è ancora più grave se l’hanno tenuto disinformato. Risulta che Ratzinger è vissuto sempre in Vaticano dove ha ricoperto prestigiose cariche ed è, quindi, impensabile credere che non sapesse.
Una vicenda che si è prolungata “oltre ogni buon senso”. Come al solito, il limite del buon senso lo stabilisce il cardinal Bagnasco.
Ma dov’era il cardinale durante l’esplosione strumentale del caso Englaro, quando cardinali, vescovi e accattoni di sagrestia in genere (politici e giornalisti atei-devoti o super giù), accusavano senza decenza alcuna il padre di Eluana, in ogni occasione e in ogni luogo, di omicidio? Dov’era il buon senso di Bagnasco? Forse, allora anche lui si è lasciato prendere dal raptus, come il vice direttore di “Avvenire”.
Ma la violenza verbale di monsignore non si ferma, va oltre e accusa gli “occidentali” di una “polemica sui preservativi che francamente non aveva ragione d’essere (quando non si vuol capire, si lancia un altro sasso) poiché “nella circostanza non ci si è limitati a un libero dissenso, ma si è arrivati a un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici (anche questi li stabilisce la Chiesa). L’irrisione e la volgarità tuttavia non potranno mai far parte del linguaggio civile re fatalmente ricadono su chi li pratica”.
Le reazioni cui si riferisce il cardinale riguardano i responsabili istituzionali dei principali paesi europei e della stessa UE che, se ancora non l’ha capito, non sono i pecoroni italiani, hanno un concetto corretto di laicità e non sono asserviti o asservibili.
Chieda scusa, non tanto alla comunità scientifica mondiale, ma agli africani, ancora una volta usati per una predica fine a se stessa. Se proprio il Vaticano vuole risolvere il dramma della povertà e della malattia, ha tutti i mezzi, specialmente economici per farlo. Prima di accusare banche e imprese, controlli cosa fanno la sua banca, lo Ior, le società finanziarie che fanno riferimento alla chiesa e le prelature.
Si svegli il cardinale. Invece di accusare gli altri di sfruttamento, guardi più vicino.
Invece di parlare di diritto alla vita, guardi quanti morti e sofferenze si possono evitare se usasse un po’ del suo “buon senso”.
Siccome siamo in Italia, il cardinale non dimentica di mandare un chiaro messaggio ai fedeli politici con cui si augura “che la politica sappia fare la sua parte (o la vostra invasiva e raccapricciante parte di morte della dignità umana?), varando senza lungaggini o strumentali tentennamenti un inequivoco dispositivo di legge…”.
La lingua batte, dove il dente duole, caro il mio monsignore. Quando imparerà a interessarsi dei fatti dello spirito, lasciando ai politici, anche a quelli mediocri italiani, di risolvere i problemi di tutti i cittadini come prevede la costituzione?
Come fa a lamentare attacchi e irrisioni se poi non riesce a tenere a bada la sua penna, come quando afferma, brandendo la spada a destra e a manca, che è in essere “un’operazione tesa ad affermare un diritto di libertà inedito quanto raccapricciante, il diritto a morire, cioè a darsi la morte in talune situazioni da definire”.
Il cardinale, come si può ben vedere, predica bene, ma razzola male. Non perde il vizio di offendere quanti la pensano in modo diverso dal suo assolutismo, dalla sua verità. Non riesce a capire perché sempre più fedeli si allontanano. Se rileggesse i vangeli, di là dalla loro veridicità storica, e applicasse i suoi insegnamenti, invece di perdersi in sterili prese di posizioni e alimentare polemiche, eviterebbe le guerre sante, scenderebbe tra la gente, nella loro quotidianità e si accorgerebbe che per molti uomini esiste il solo problema dell’immediato, della sopravvivenza.
Una Chiesa di ori e d’incensi, ben pasciuta e chiusa nella sua torre d’avorio non ha futuro.

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