30 marzo 2009

L'AGONIA DEL PIANETA TERRA

A più un grado ci siamo quasi. Per più sei bisogna aspettare ancora qualche decennio. Tra più uno e più sei, ci sono i più due, tre, quattro, cinque. Ogni grado in più, un piccolo passo verso l'inferno. La crisi economica mondiale è una grande opportunità per cambiare e fermarsi di fronte al baratro. Il capitalismo ha fallito, ucciso le democrazie. Consumato il mondo. Non si può fondare una società solo sul capitale. Chi lo possiede va al potere, il voto è un'illusione. Un operaio non diventerà mai presidente del Consiglio, un ricco piduista invece sì. Una contadina non sarà mai sindaco di Mlano, Letizia Moratti, moglie di un petroliere, invece sì. L'informazione di regime si occupa di nani, psiconani, fascisti e leghisti venduti al miglior offerente (sempre lui), di inceneritori e di incentivi alle banche e alla Fiat. Nel frattempo il pianeta si riscalda, un grado alla volta.
E' opportuno ricordare cosa sta per succedere, cosa succede. Di una cosa sono certo. I nostri figli e i nostri nipoti non ci perdoneranno mai.
+ 1: Fusione dell'Artico - Scomparsa dei ghiacci dal Kilimanjaro - Ritiro dei principali ghiacciai dalle Alpi al Tibet - Inizio della distruzione Grande Barriera Corallina - Estinzione di centinaia di specie - Aumento di numero e di intensità degli uragani - Innalzamento livello del mare con numerosi atolli sommersi, tra cui l'arcipelago di Kiribati con 78.000 persone.
+ 2: Riduzione dell'alcalinità dei mari con la progressiva distruzione del placton e degli organisni con i gusci di carbonato di calcio (il placton è alla base della catena alimentare oceanica) - Calo della crescita delle piante in Europa fino al 30% - Incendi su larga scala in Europa - Fusione dei ghiacciai della Groenlandia - Scomparsa dell'orso polare - Carestie in India e in Pakistan
+ 3: Scomparsa dell'Amazzonia e delle foreste pluvilali - Desertificazione dell'Australia - Superuragani nell'America del Nord - Siccità permanente nel continente indiano a causa del cambiamento dei monsoni - Indo e Colorado in secca - New York e altre città costiere sommerse dall'acqua - Sviluppo delle epidemie in Africa
+ 4: Scioglimento dell'Antartide - Delta del Nilo sommerso dal mare - Carestia in Cina - Migrazioni di massa verso i Paesi temperati come Russia e Europa
+ 5: Espansione dei deserti - Prosciugamento delle falde acquifere - Aumento delle migrazioni di massa - Possibile disgregazione delle piattaforme continentali - Tsunami - Guerre civili e conflitti etnici per le risorse
+ 6: Possibile fuoriuscita di acido solfidrico dagli oceani - Nubi di metano - Avvelenamento della superficie terrestre - Scomparsa di gran parte della vegetazione - Riduzione drastica della popolazione.
Queste sciagure possono avvenire entro il 2100.
Belin, mi sento male. Non voglio più produrre più una particella di CO2
Qualcosa possiamo fare da subito. Stampare e diffondere la Carta di Firenze. I dodici punti per il Comune a Cinque Stelle. Da qualcosa bisogna partire, iniziamo dal nostro Comune.

Ps: Previsioni tratte dal libro: "Sei gradi" di Mark Lynas, premiato nel 2008 in Gran Bretagna con il "Royal Society Science Books Prize".

24 marzo 2009

I PARADOSSI DEL CARDINALE BAGNASCO

Il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, o se volete della Santa Inquisizione Italiana, se continueremo di questo passo sostituirà il rimprovero con la scomunica.
Non criticherà più, anche se severamente, quanti, “in Italia e all’estero” (più all’estero che in Italia – in verità pure l’Italia dovrebbe essere estero. O il cardinale la considera una dependance?) hanno osato non essere d’accordo con SS Benedetto XVI, ma ci accuserà di lesa maestà o di bestemmia continua. Ratzinger, infatti, oltre a essere un capo di stato, un monarca assoluto, è anche il vicario di Cristo.
È paradossale che il cardinale esprima “disappunto” per le critiche rivolte al papa, “specialmente nei paesi occidentali (il resto del mondo l’ha ignorato o non lo conosce nemmeno) ”, sull’inutilità del preservativo nella lotta all’Aids, o per quelle concernenti il fatto di aver tolto la scomunica al vescovo negazionista Williamson e lamenti attacchi alla Chiesa per il caso Englaro.
Certo, questo papa e la gerarchia che lo circonda, le polemiche o le accuse, chiamiamole come vogliamo, se li cercano.
Com’è possibile, mi chiedo, che venga ritirata la scomunica a Williamson, dichiarato e affermato negazionista della shoà? Come mai, appurata la verità, non ha ritirato il provvedimento? È un fatto di estrema gravità che il papa e la sua corte non sapessero ed è ancora più grave se l’hanno tenuto disinformato. Risulta che Ratzinger è vissuto sempre in Vaticano dove ha ricoperto prestigiose cariche ed è, quindi, impensabile credere che non sapesse.
Una vicenda che si è prolungata “oltre ogni buon senso”. Come al solito, il limite del buon senso lo stabilisce il cardinal Bagnasco.
Ma dov’era il cardinale durante l’esplosione strumentale del caso Englaro, quando cardinali, vescovi e accattoni di sagrestia in genere (politici e giornalisti atei-devoti o super giù), accusavano senza decenza alcuna il padre di Eluana, in ogni occasione e in ogni luogo, di omicidio? Dov’era il buon senso di Bagnasco? Forse, allora anche lui si è lasciato prendere dal raptus, come il vice direttore di “Avvenire”.
Ma la violenza verbale di monsignore non si ferma, va oltre e accusa gli “occidentali” di una “polemica sui preservativi che francamente non aveva ragione d’essere (quando non si vuol capire, si lancia un altro sasso) poiché “nella circostanza non ci si è limitati a un libero dissenso, ma si è arrivati a un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici (anche questi li stabilisce la Chiesa). L’irrisione e la volgarità tuttavia non potranno mai far parte del linguaggio civile re fatalmente ricadono su chi li pratica”.
Le reazioni cui si riferisce il cardinale riguardano i responsabili istituzionali dei principali paesi europei e della stessa UE che, se ancora non l’ha capito, non sono i pecoroni italiani, hanno un concetto corretto di laicità e non sono asserviti o asservibili.
Chieda scusa, non tanto alla comunità scientifica mondiale, ma agli africani, ancora una volta usati per una predica fine a se stessa. Se proprio il Vaticano vuole risolvere il dramma della povertà e della malattia, ha tutti i mezzi, specialmente economici per farlo. Prima di accusare banche e imprese, controlli cosa fanno la sua banca, lo Ior, le società finanziarie che fanno riferimento alla chiesa e le prelature.
Si svegli il cardinale. Invece di accusare gli altri di sfruttamento, guardi più vicino.
Invece di parlare di diritto alla vita, guardi quanti morti e sofferenze si possono evitare se usasse un po’ del suo “buon senso”.
Siccome siamo in Italia, il cardinale non dimentica di mandare un chiaro messaggio ai fedeli politici con cui si augura “che la politica sappia fare la sua parte (o la vostra invasiva e raccapricciante parte di morte della dignità umana?), varando senza lungaggini o strumentali tentennamenti un inequivoco dispositivo di legge…”.
La lingua batte, dove il dente duole, caro il mio monsignore. Quando imparerà a interessarsi dei fatti dello spirito, lasciando ai politici, anche a quelli mediocri italiani, di risolvere i problemi di tutti i cittadini come prevede la costituzione?
Come fa a lamentare attacchi e irrisioni se poi non riesce a tenere a bada la sua penna, come quando afferma, brandendo la spada a destra e a manca, che è in essere “un’operazione tesa ad affermare un diritto di libertà inedito quanto raccapricciante, il diritto a morire, cioè a darsi la morte in talune situazioni da definire”.
Il cardinale, come si può ben vedere, predica bene, ma razzola male. Non perde il vizio di offendere quanti la pensano in modo diverso dal suo assolutismo, dalla sua verità. Non riesce a capire perché sempre più fedeli si allontanano. Se rileggesse i vangeli, di là dalla loro veridicità storica, e applicasse i suoi insegnamenti, invece di perdersi in sterili prese di posizioni e alimentare polemiche, eviterebbe le guerre sante, scenderebbe tra la gente, nella loro quotidianità e si accorgerebbe che per molti uomini esiste il solo problema dell’immediato, della sopravvivenza.
Una Chiesa di ori e d’incensi, ben pasciuta e chiusa nella sua torre d’avorio non ha futuro.

LA FRANCIA RISPONDE A BAGNASCO

governo di Parigi replica alla dura presa di posizione della Cei
"Non è la sola soluzione contro l'Aids ma è utile al bene collettivo"
Preservativi, la Francia insiste
"Confermiamo le critiche al Papa"

ROMA - "Non volevamo fare alcuna polemica. Abbiamo detto soltanto, e lo ripetiamo, che la frase del Papa sul preservativo può avere conseguenze drammatiche sulla politica mondiale in favore della salute". Il portavoce del Quai d'Orsay, Eric Chevallier, replica così a una domanda durante il consueto incontro con la stampa.

Riaffermando la critica di Parigi fatta dopo le affermazioni del Santo Padre durante il suo viaggio in Africa. Dicendo di voler evitare le polemiche con la Santa Sede ma senza arretrare di un millimetro sulle critiche. Nonostante la dura presa di posizione del presidente della Cei, Angelo Bagnasco che aveva parlato di "irrisione e volgarità", difendendo Benedetto XVI.

"Non abbiamo mai detto - spiega il portavoce del ministero degli Esteri francese chiamato in causa proprio dalla dura reprimenda di Bagnasco - che il preservativo è l'unica soluzione del problema. Ce ne sono altre, l'assistenza medica, quella sociale, i test per individuare la presenza del virus, il sostegno psicologico. Ma il preservativo fa parte di questi elementi di risposta. Tutti i discorsi che vanno in direzione diversa, fatti in più da una persona che ha enorme influenza, vanno contro l'interesse della salute pubblica".
tratto da "La Repubblica"
(24 marzo 2009)

22 marzo 2009

CONDOM E COSI’ SIA (tratto dal blog di Beppe Grillo)

Stalin chiedeva: “Quante divisioni ha il Papa?”. L’Unione Sovietica non esiste più, il Vaticano è ancora lì. Una ragione ci sarà, solo che non riesco a trovarla.
Se si uccide con un coltello o con una pistola un essere umano si viola la legge di Dio. Non uccidere. Se si induce con la parola a non utilizzare il condom e, per questo, muoiono milioni di persone di AIDS è una questione di fede. Teologia applicata. Ho fatto catechismo, ho letto i Vangeli. Non mi risulta che Gesù Cristo abbia vietato il preservativo. Si usava anche allora, non è un’invenzione moderna. La Chiesa si preoccupa della vita di Eluana, ma ignora la morte dei malati di AIDS. Il Cristo non ha proibito ai preti di sposarsi. Non li ha costretti a vivere una vita aliena, lontano da una condizione naturale dell’uomo, che è la famiglia. Il Cristo ha invece attaccato i Farisei, i preti del suo tempo. Che lo consegnarono ai Romani per metterlo in croce.
Una donna non può servire messa, né diventare sacerdote. Chi lo ha deciso? Gesù non mi risulta. Un prete, un uomo che non è stato padre, marito, amante come può giudicare il comportamento di un padre, di un marito, di un amante? La Chiesa è interessata al sesso. Ne discute ogni giorno. Il sesso degli altri. Spiega quando è lecito, come farlo e con chi. Se controlli il sesso, controlli la società. La Chiesa è ricca, ricchissima. E’ nelle banche, è il più grande proprietario immobiliare del mondo. La sua ricchezza è dovuta al lavoro di milioni di persone nei secoli. Il loro lavoro, i loro beni sono andati al Vaticano, non a una famiglia che non potevano avere.
Se la Chiesa si occupa di ciò che facciamo sotto le lenzuola, è giusto che noi ci occupiamo della vita sessuale dei preti. Anche per loro è giunto il tempo della liberazione sessuale con o senza preservativo. Il sesso è un dono del Creato, i religiosi devono poterne godere. Propongo un referendum in Vaticano per la fine della schiavitù sessuale dei religiosi e per uguali accessi ai sacramenti tra uomini e donne. Nel segreto dell’urna preti e suore voterebbero sì. Quando voti, Dio ti vede, il Papa no.

21 marzo 2009

LA GUERRA SANTA DI RATZINGER

Dopo l’Aids, l’aborto!
Ratzinger continua nel suo integralismo fuori dal tempo e riconduce la Chiesa, dopo il Concilio Vaticano II, al periodo glorioso della Santa Inquisizione che dal 1484 al 1782, dati riportati da Hans Kuhn, furono uccise ben nove, dicasi nove, milioni di donne.
Quante donne uccide l’aborto clandestino, quante ne muoiono per mancanza di cure e di sostegno nel corso della gravidanza in Paesi poveri come l’Angola o la quasi totalità dei Paesi africani?
Facendo leva sulla mancanza d’istruzione e sulla sottomissione di quelle popolazioni ai poteri istituiti (non è il caso di parlare di istituzioni, visto che dalla tratta degli schiavi ad oggi questi poteri, compreso quello cattolico, si sono imposti con la forza) il Papa continua a imperversare con anatemi vari e con promesse fuori dal tempo, lontane dai veri problemi che affliggono le popolazioni africane, problemi del tutto contingenti legati più alla sopravvivenza in questo regno che alla felicità nell’altro, tutto da verificare.
In fondo Ratzinger e la sua corte (gerarchia e politici di ogni razza e specie) stanno benissimo.
Non partoriscono (per dono esclusivo dello Spirito Santo?) e, come si può vedere dall’ostentazione della loro ricchezza, uno schiaffo a quelle schiere di poveri cui l’Occidente destina la sua elemosina (il Papa la chiama assistenza), non soffre né la fame né la sete e abita non in capanne di paglia e fango senza riscaldamento o aria condizionata, ma in “appartamenti” lussuosi e forniti di ogni confort.
L’altro ieri, Ratzinger ha condannato l’uso dei preservativi, ritenuti inutili alla prevenzione, ieri ha condannato il diritto all’aborto che sia l’ONU che l’Organizzazione per l’unità africana hanno previsto nel programma di salute riproduttiva, accusando di “amara ironia coloro che promuovono l’aborto tra le cure della salute materna”, assicura che “la Chiesa sarà accanto ai più poveri di questo continente” e “continuerà a fare tutto ciò che le è possibile per sostenere le famiglie, comprese quelle colpite dai tragici effetti dell’Aids, per promuovere l’uguale dignità di donne e uomini sulla base di un’armoniosa complementarietà”.
Un discorso chiaro ma che non convince, specie se rivolto a popoli dove la malattia e le sofferenze sono il pane quotidiano.
Che significa “stare accanto”, quando da secoli ha detto le stesse parole e da altrettanto tempo nulla è cambiato anzi è peggiorata la situazione d’indigenza?
Che significa “continuerà a fare tutto il possibile”, forse utilizzare l’immenso patrimonio che la Chiesa accumula giorno dopo giorno, mentre si dichiara povera tra i poveri; o forse condividere con i poveri quanto è in suo possesso come San Martino fece col suo mantello?
Che significa “sostenere le famiglie comprese quelle colpite dall’Aids”, potenziare la ricerca nei suoi numerosi ospedali, mettere a disposizione i posti letto o costruire a sue spese ospedali in Africa o in ogni parte si renda necessari?
Cosa significa “promuovere l’uguale dignità di uomini e donne sulla base di un’armoniosa complementarietà”, riconoscere che questa dignità o è ineguale, o manca del tutto, o provvedere fattivamente a creare le condizioni perché essa si realizzi attraverso l’effettiva emancipazione della donna, favorendo la costruzione di scuole e università che li renda partecipi e consapevoli, in grado di costruire il loro futuro senza dipendere dalle elemosine e dalla carità della Chiesa?
Sono domande che non avranno risposte, risposte che Ratzinger e la sua oscurantista Chiesa non potranno mai dare. È più semplice sconvolgere le coscienze e additare le responsabilità, sempre degli altri. Lasciare che siano altri ad operare a risolvere i problemi, così è sempre stato nei secoli dei secoli.
Ratzinger, infatti, con notevole faccia tosta, chiede che i Paesi del G8 mantengano l’impegno di destinare lo 0,7 del loro Pil agli aiuti per lo sviluppo dei Paesi africani.
Il suo impegno è la preghiera e la vicinanza…non confondiamo i ruoli: tu povero, io ricco; tu ammalato e senza cure, io sano e con gli ospedali; tu ignorante, io grande teologo tuttologo.
Un capo di stato, che per di più pretende di avere l’esclusiva dell’etica, non può assumere atteggiamenti che io reputo provocatori e lesivi della dignità degli uomini. Deve avere maggior rispetto della povertà e della malattia. La sua croce, quella che ostenta in tutte le manifestazioni cui partecipa, è d’oro massiccio, la loro è di legno e avvolta nelle spine.

20 marzo 2009

RATZINGER E I CONDOM, AL SECOLO PRESERVATIVI

Il regista etiope Haille Gerima, a poche ore dalle dichiarazioni irresponsabili di papa Ratzinger che vieta l’uso del condom (parola più elegante per dire preservativo) per combattere l’Aids, che ormai in Africa è una malattia epidemica, replica molto duramente e, secondo me, a ragione: “Il Papa, con il suo intervento sui preservativi, è il simbolo della contraddizione dell’Europa. […] ha dimostrato di non aver capito l’origine del male e del dolore degli africani. Avrebbe dovuto chiedere scusa per i crimini commessi dai missionari” perché “la Chiesa cattolica è stata la prima a distruggere le tradizioni e il nostro patrimonio spirituale, a bruciare i simboli e la memoria, creando generazioni, come la mia, prive del passato”.
Il regista così continua: “Nessuno si chiede le ragioni dell’epidemia che colpisce l’Africa, la diseducazione dei giovani che assorbono culture occidentali senza possibilità di confronto con le tradizioni cancellate. Non è il sesso il responsabile dell’Aids. L’Aids, le malattie, la povertà dell’Africa sono un’industria che arricchisce l’elite e i governanti, che, come il Papa e i Paesi europei, non hanno interesse a cambiare l’immagine che loro hanno dell’Africa”.
Sono dichiarazioni molto dure ma vere.
L’Africa è stato, lo è ancora adesso, un continente depredato. La tratta degli schiavi che ha tolto all’Africa i giovani, uomini e donne, i veri protagonisti dello sviluppo; il colonialismo che ne ha rubato le risorse e ha privato i popoli della libertà (tra la prima e la seconda guerra mondiale ci fu un momento in cui nessun lembo d’Africa era indipendente), che li ha costretti a velocizzare il loro cammino di progresso, ma solo per produrre e consumare per i padroni; il neocolonialismo politico ed economico del dopoguerra ancora più deleterio che ha causato guerre tra fratelli, fino al genocidio. A tutto ciò va aggiunta la pretesa egemonica del cristianesimo cattolico che ne ha cancellato il patrimonio spirituale imponendo la croce di Cristo, fatta si sottomissione e di paura, peggiore anche del colonialismo, perché ha annichilito la volontà di ribellione. I problemi e i mali dell’Africa hanno una causa ben precisa, dalla quale non si può autoescludere la Chiesa di Roma, sempre al fianco degli invasori, in Africa come nelle Americhe, in Asia come in Australia: ovunque sbarcasse una spada accanto c’era una croce.
Non sono uno studioso della Bibbia, ma non mi risulta che Gesù abbia predicato l’astensione dal sesso e abbia vietato l’uso di un qualche mezzo contraccettivo o abbia vietato di lottare contro la malattia, in questo caso l’Aids, oggi la più pericolosa, sempre in agguato.
L’invasività della Chiesa è tale e la sua brama di controllo su tutto, anche sulla malattia e la morte, ha raggiunto tali eccessi che, pur di perseguire l’unico obiettivo del potere, non si vergogna, e dovrebbe, usa la ragione in modo distorto.
Oggi, la ricerca ha fatto si grandi passi verso la cura della malattia, ma l’uso del preservativo o condom resta il principale approccio, di cui non si può fare a meno e non valgono le ricette che Ratzinger prescrive.
D’altro canto, il Papa si limita a vietare il preservativo, ma non ci dice come combattere le cause della malattia, né offre aiuto concreto se non la preghiera che, funziona poco, visto che il flagello dell’Aids non sembra arrestarsi.
Si cura poco se nascono bambini già ammalati, che, visto dove nascono (in un continente da Dio abbandonato), non usufruiscono di cure adeguate e muoiono poco dopo la nascita o vivono pochi mesi e nella sofferenza.
Dire di non usare il condom è come rifiutare l’acqua a chi morirà di sete solo perché si aspetta di avere i bicchieri di vetro.
L’Europa ha risposto duramente alle parole del Papa.
“La Francia esprime la sua più viva inquietudine per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI che crediamo mettano a rischio le politiche della salute pubblica e gli imperativi della protezione della vita umana”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri.
“I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti…tutto il resto sarebbe irresponsabile”, è il comunicato stampa del ministro della salute tedesco.
Il commissario dell’Unione Europea così si esprime: “ il preservativo è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l’Aids”, mentre la Spagna, nell’invitare il Papa a fare mea culpa, dichiara che invierà in Africa un milione di preservativi.
Protesta pure il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids: “Queste parole sono inaccettabili. È una negazione dell’epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile. Chiedo che queste parole vengano ritirate in modo chiaro”.
L’Italia anche in quest’occasione si pone alla periferia dell’Europa, tanto che Berlusconi ha dichiarato: “Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente col suo ruolo”.
Predicare non costa nulla, è un’abitudine. Intervenire costa. Pregare non costa, ma non rende. Avere le banche rende. Gli utili, se utilizzate per la lotta all’Aids, non rendono.
Il papa utilizzi i proventi delle sue banche, delle “elemosine” e del suo immenso patrimonio immobiliare, il più esteso in Italia e nel mondo, e scenda ammalato tra gli ammalati, svestendosi degli ori e dei lussuosi abiti e indossi il saio penitenziale.

RATZINGER E I CONDOM, AL SECOLO PRESERVATIVI

Il regista etiope Haille Gerima, a poche ore dalle dichiarazioni irresponsabili di papa Ratzinger che vieta l’uso del condom (parola più elegante per dire preservativo) per combattere l’Aids, che ormai in Africa è una malattia epidemica, replica molto duramente e, secondo me, a ragione: “Il Papa, con il suo intervento sui preservativi, è il simbolo della contraddizione dell’Europa. […] ha dimostrato di non aver capito l’origine del male e del dolore degli africani. Avrebbe dovuto chiedere scusa per i crimini commessi dai missionari” perché “la Chiesa cattolica è stata la prima a distruggere le tradizioni e il nostro patrimonio spirituale, a bruciare i simboli e la memoria, creando generazioni, come la mia, prive del passato”.
Il regista così continua: “Nessuno si chiede le ragioni dell’epidemia che colpisce l’Africa, la diseducazione dei giovani che assorbono culture occidentali senza possibilità di confronto con le tradizioni cancellate. Non è il sesso il responsabile dell’Aids. L’Aids, le malattie, la povertà dell’Africa sono un’industria che arricchisce l’elite e i governanti, che, come il Papa e i Paesi europei, non hanno interesse a cambiare l’immagine che loro hanno dell’Africa”.
Sono dichiarazioni molto dure ma vere.
L’Africa è stato, lo è ancora adesso, un continente depredato. La tratta degli schiavi che ha tolto all’Africa i giovani, uomini e donne, i veri protagonisti dello sviluppo; il colonialismo che ne ha rubato le risorse e ha privato i popoli della libertà (tra la prima e la seconda guerra mondiale ci fu un momento in cui nessun lembo d’Africa era indipendente), che li ha costretti a velocizzare il loro cammino di progresso, ma solo per produrre e consumare per i padroni; il neocolonialismo politico ed economico del dopoguerra ancora più deleterio che ha causato guerre tra fratelli, fino al genocidio. A tutto ciò va aggiunta la pretesa egemonica del cristianesimo cattolico che ne ha cancellato il patrimonio spirituale imponendo la croce di Cristo, fatta si sottomissione e di paura, peggiore anche del colonialismo, perché ha annichilito la volontà di ribellione. I problemi e i mali dell’Africa hanno una causa ben precisa, dalla quale non si può autoescludere la Chiesa di Roma, sempre al fianco degli invasori, in Africa come nelle Americhe, in Asia come in Australia: ovunque sbarcasse una spada accanto c’era una croce.
Non sono uno studioso della Bibbia, ma non mi risulta che Gesù abbia predicato l’astensione dal sesso e abbia vietato l’uso di un qualche mezzo contraccettivo o abbia vietato di lottare contro la malattia, in questo caso l’Aids, oggi la più pericolosa, sempre in agguato.
L’invasività della Chiesa è tale e la sua brama di controllo su tutto, anche sulla malattia e la morte, ha raggiunto tali eccessi che, pur di perseguire l’unico obiettivo del potere, non si vergogna, e dovrebbe, usa la ragione in modo distorto.
Oggi, la ricerca ha fatto si grandi passi verso la cura della malattia, ma l’uso del preservativo o condom resta il principale approccio, di cui non si può fare a meno e non valgono le ricette che Ratzinger prescrive.
D’altro canto, il Papa si limita a vietare il preservativo, ma non ci dice come combattere le cause della malattia, né offre aiuto concreto se non la preghiera che, funziona poco, visto che il flagello dell’Aids non sembra arrestarsi.
Si cura poco se nascono bambini già ammalati, che, visto dove nascono (in un continente da Dio abbandonato), non usufruiscono di cure adeguate e muoiono poco dopo la nascita o vivono pochi mesi e nella sofferenza.
Dire di non usare il condom è come rifiutare l’acqua a chi morirà di sete solo perché si aspetta di avere i bicchieri di vetro.
L’Europa ha risposto duramente alle parole del Papa.
“La Francia esprime la sua più viva inquietudine per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI che crediamo mettano a rischio le politiche della salute pubblica e gli imperativi della protezione della vita umana”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri.
“I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti…tutto il resto sarebbe irresponsabile”, è il comunicato stampa del ministro della salute tedesco.
Il commissario dell’Unione Europea così si esprime: “ il preservativo è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l’Aids”, mentre la Spagna, nell’invitare il Papa a fare mea culpa, dichiara che invierà in Africa un milione di preservativi.
Protesta pure il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids: “Queste parole sono inaccettabili. È una negazione dell’epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile. Chiedo che queste parole vengano ritirate in modo chiaro”.
L’Italia anche in quest’occasione si pone alla periferia dell’Europa, tanto che Berlusconi ha dichiarato: “Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente col suo ruolo”.
Predicare non costa nulla, è un’abitudine. Intervenire costa. Pregare non costa, ma non rende. Avere le banche rende. Gli utili, se utilizzate per la lotta all’Aids, non rendono.
Il papa utilizzi i proventi delle sue banche, delle “elemosine” e del suo immenso patrimonio immobiliare, il più esteso in Italia e nel mondo, e scenda ammalato tra gli ammalati, svestendosi degli ori e dei lussuosi abiti e indossi il saio penitenziale.

FRANCESCHINI NE APPROFITTI

101 deputati del Pdl hanno firmato una lettera critica sulla possibilità dei medici di denunciare i clandestini. Appare molto strano che ciò sia potuto accadere.
Impensabile, eppure è successo!
Berlusconi dichiara di essere vicino ai firmatari e che la norma non prevede alcun obbligo. Va oltre perché non ha mai condiviso l’idea delle ronde voluta dalla Lega che spesso si dimostra “esigente su molte cose”. Alla fine, d’accordo Bossi, un “equilibrio si troverà”.
Il luogo delle dichiarazioni è Bruxelles dove si sta svolgendo il vertice del Ppe. Considerate l’abitudine alle smentite del premier e l’interesse contingente che il Pdl venga ammesso nel Ppe, queste prese di posizione oltre a essere tarde sembrano oltremodo strumentali. Attenti, quindi a prenderle sul serio.
L’opposizione, penso a Franceschini, ha a portata di mano un jolly di grande potenzialità, un’occasione che le viene offerta in un piatto d’argento. Può finalmente incalzare la maggioranza sulle sue sicurezze e cercare di indebolire la coesione della maggioranza e la forza del suo premier che si presenta pieno di incertezza.
La possibilità dei medici di denunciare i clandestini ammalati e le ronde sostitutive delle forze di polizia possono esssere un’arma formidabile, basta saperne approfittare!

18 marzo 2009

IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Il 5 marzo scorso il Cipe ha approvato il “pacchetto infrastrutture” che prevede la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, per il quale sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro.
Nella solita passerella Tv, i soliti ministri e i soliti portavoce hanno emesso grida di giubilo.
O proclami di giubilo? Si vedrà, poiché non è questo il punto.
Non voglio, infatti, dissertare se era questo il momento di “buttare “ nel pozzo di san patrizio del ponte una cifra così consistente che, in un momento di profonda crisi economica e con un Pil in caduta libera, poteva essere “distratta” per risolvere altri e più immediati problemi.
Non spetta a me, semplice cittadino, la responsabilità della decisione. Ho però, visto che i soldi sono dei cittadini, il diritto di esprimere la mia opinione.
Di là dal momento contingente e della presenza di problemi molto più urgenti (edilizia scolastica, mancanza di risorse per la polizia e la giustizia, le numerose piccole e medie imprese che stanno chiudendo, il grave problema energetico, la caduta libera dei consumi….), il ponte sarà una delle tante cattedrali nel deserto (mare, nel caso), che non risolverà alcun problema relativo al rilancio dell’economia della Sicilia o della Calabria.
Questo lo sa bene il governatore “per l’autonomia” (mi vien da ridere, ma il problema è tragico!), onorevole Lombardo che, pur di arraffare qualche contributo che eviti il fallimento per bancarotta di città come Catania o Palermo, fa proprie tutte e tre le posizioni delle famose scimmiette (quando sostituiranno l’attuale logo nella bandiera siciliana?).
Il governatore fa finta di non vedere né sentire e, quindi non parla.
Io non so se 1,300miliardi di euro sarebbero sufficienti a raddoppiare la linea ferrata che da Palermo porta a Messina e viceversa, ma potrebbero essere utilizzate per rendere attuale una rete ferroviaria siciliana che dire del terzo mondo non ha più senso.
La Palermo – Messina, anche se elettrificata, è a binario unico; i treni che arrivano dal “continente” (o vanno al…) si trasformano in locali e sono soggetti alle famose coincidenze, cioè a lunghe attese nelle stazioni che dovrebbero essere solo di passaggio. È come se la tratta di 230 chilometri si allungasse del doppio. Il passeggero che sale a Messina sa quando sale, ma non sa quando scenderà.
La Palermo- Trapani è da incubo. Su questa linea, non elettrificata, operano ancora le “littorine”, un reperto di archeologia industriale che risalgono, il nome stesso lo ricorda (fasci littori), al ventennio (allora, per onor del vero, fiore all’occhiello del regime). La distanza di appena 105 chilometri si percorre da ore 2,30 a ore 3,50 (da orario di Trenitalia) salvo imprevisti. È, senza dubbio, una linea storica e allora usiamola come tale, come i trenini svizzeri che si arrampicano sul Bernina.
La Palermo-Agrigento, la Catania-Agrigento, la Catania-Gela ricordano i pionieri, ma con una differenza: loro correvano verso il futuro e lo realizzavano.
La Castelvetrano-Porto Empedoche è stata chiusa e periodicamente dicono che sarà riaperta. Promesse, senza la lungimiranza che una riapertura aggiornata potrebbe favorire il turismo in una zona ricca di testimonianze storiche rilevanti. Basta pensare a Selinunte.
I Cuffaro e i suoi predecessori, Lombardo, il governatore autonomista, “a tutt’altre faccende affaccendati a queste cose sono morti e sotterrati”, come dice il poeta.
Dovrebbero scendere in strada e dire un chiarissimo NO al ponte, almeno fino a quando i collegamenti tra le province non saranno realizzati come in ogni paese avanzato.
Che senso ha avere il ponte se i principali collegamenti tra le varie località turistiche sono da terzo mondo? Cosa volete che serva al turista attraversare lo stretto, risparmiando un’ora di tempo, se poi non trova adeguate infrastrutture?
Non è un problema d’impatto ambientale, ma un problema d’impatto mentale di una classe politica al tramonto che manca di un progetto di progresso, che sperpera il denaro pubblico impunemente e che non ha, quindi, il minimo rispetto del cittadino.
Non sarebbe più corretto chiedere ai siciliani, i referendum conoscitivi esistono, cosa ne pensano o avete paura del risultato, nascondendo l’arroganza dietro la giustificazione che siete stati eletti per governare?

16 marzo 2009

Il sindaco Moratti dinuovo indagata

La Corte dei Conti contesta 90 incarichi «illegalmente attribuiti»
Incarichi e consulenze d'oro in Comune
Il sindaco Moratti di nuovo sotto indagine
Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione del pm Alfredo Robledo. Il sindaco accusato di abuso d'ufficioNOTIZIE CORRELATE
Accuse al Comune: 11 mln di consulenze d'oro (12 ottobre 2007)
Consulenze d'oro, il pm chiede l'archiviazione «Scelte lesive dignità, non reato penale» (12 dicembre 2008)

Letizia Moratti
MILANO - Il Gip milanese Paolo Ielo ha ordinato nuove indagini nell’ambito dell’inchiesta sui cosiddetti «incarichi d’oro», scattata nel 2007, in cui è coinvolto, con l’accusa di abuso di ufficio a scopo patrimoniale, il sindaco di Milano Letizia Moratti. Il Gip, per il momento, ha rigettato la richiesta di archiviazione formulata dal Pm Alfredo Robledo. Nell’inchiesta sono coinvolte altre quattro persone, tra le quali l’ex direttore generale del Comune di Milano ed ex sindaco Giampiero Borghini, che rispondono a vario titolo di abuso di ufficio, concussione e truffa. Il Gip ha dato al Pm tempo fino al 30 giugno prossimo per sentire testimoni e acquisire documenti. Le accuse della Corte dei conti: 90 incarichi su 91 illegittimamente attribuiti. Regolamenti riscritti, «singolare circostanza», pochi giorni prima del conferimento degli incarichi, cosa che potrebbe configurare il dolo. E poi, contratti stipulati in numero superiore all'ammissibile e con persone prive di titolo. Risultato: la Corte dei conti parla di un danno di 11 milioni di euro.

LE ACCUSE - Tra le accuse: l'amministrazione ha «pressoché raddoppiato il numero delle direzioni centrali, portate da 13 a 23, in spregio alle direttive del governo sul contenimento della spesa e dei costi della burocrazia». Inoltre, il nuovo regolamento del Comune varato dalla Moratti prescinde dalla necessità di laurea per le funzioni dirigenziali. E così, si trovano dirigenti non soltanto non dottori, ma anche in «assoluta insufficienza dei requisiti professionali». Un primo capitolo a parte riguarda l'ufficio stampa. Secondo i magistrati, «non appare comprensibile in base a quali criteri sia stato determinato» il numero degli addetti, che sono venti.

BORGHINI, BONETTI, MADAFFARI - Secondo rilievo, quello riguardante il direttore generale Pietro Borghini e il capo di gabinetto del sindaco Alberto Bonetti, che sono anche consiglieri regionali. Secondo la legge, i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, se eletti, devono scegliere uno dei due stipendi. Il doppio stipendio potrebbe «costituire danno erariale» per 152mila euro per Bonetti e 390mila euro per Borghini. Altro capitolo ancora, quello sulla responsabile del settore servizi sociali Carmela Madaffari. La dirigente ha in corso contenziosi di fronte al Tar e al giudice del lavoro dopo essere stata dichiarata decaduta «per gravi inadempienze» dalla carica di direttore generale dell'Asl di Lamezia Terme, mentre un analogo procedimento era stato disposto durante la sua dirigenza dell'Asl di Locri.


16 marzo 2009, tratto dal "Corriere della sera"

09 marzo 2009

SDEGNO E DOLORE

Ieri sera, otto marzo, ho visto “Guerre”, la bellissima trasmissione di Riccardo Iacona su Rai 3.
Sono rimasto ammutolito e affranto. Non sono riuscito a espletare il mio sdegno, non ho aperto bocca per tutta la trasmissione, impietrito, né il fazzoletto asciugava la lunga lacrima che mi segnava il volto.
Dal reportage sono emerse immagini di distruzione e di sofferenze inaudite, inimmaginabili. Cattiveria, cinismo…una vergogna per tutta l’umanità, un crimine contro l’umanità… impunito…come i tanti… perpetrati in nome del diritto all’esistenza, per difendersi da razzi di fattura artigianali, paragonabili a quelli delle nostre feste.
Gli israeliani hanno usato, con la complicità di quanti sapevano, di quanti sanno, bombe al fosforo bianco e armi di cui si conoscono solo gli effetti devastanti su bambini, donne e uomini indifesi.
Scuole, ospedali, case, centrali elettriche sono state devastate, bruciate da bombe di ogni tipo. Bambini, donne, uomini considerati bersagli. Intere famiglie distrutte…volti spaventati, col terrore negli occhi che mai dimenticheranno, si aggiravano tra le macerie…bambini che muovevano, ormai con perizia spaventosa, grumi di fosforo che a contatto con l’aria, ancora tre giorni fa, riprendeva a bruciare…
Ventidue giorni di bombardamenti, ventidue giorni di lutto per l’umanità, ventidue giorni in cui l’occidente ha mostrato tutta l’ipocrisia possibile.
Abbiamo continuato ad ascoltare, per ventidue giorni, telegiornali e dibattiti soft, di una guerra lontana e…civilmente condotta dai discendenti della shoà che, avendo sopportato atroci sofferenze nei campi di concentramento tedeschi, non si macchieranno di alcun crimine.
I bambini uccisi…invenzioni dei palestinesi cattivi; le scuole e i depositi di medicine bombardate…errori (dopo aver negato l’evidenza); ospedali bombardati, case distrutte…rifugi di terroristi; la guerra…lotta al terrorismo e per la sicurezza di tutto…l’occidente.
Un Paese democratico, circondato da regimi dittatoriali e teocratici, va difeso per evitarne, così ci hanno detto, la scomparsa. Sembra, infatti, paradossale che ciò possa accadere per un paese che si è dotato di un esercito potentissimo armato fino ai denti di ogni arma, anche, come abbiamo visto, di quelle ad altri conosciute.
Non so che cos’altro occorre vedere per capire, per sentirsi umiliati, per reagire al cinismo mascherato, alla cattiva informazione nostrana asservita.
Ringrazio, con una commozione e una disperazione repressa, volontari, infermieri, medici che fanno di tutto e in mancanza di tutto, con mezzi di fortuna, per alleviare quelle inenarrabili sofferenze che ho viso ieri sera.
Mi hanno sconvolto. Mi sono sentito piccolo e impotente, fratello e padre di quel bimbo con le gambe amputate, di quell’altro con una pallottola nel cervello, marito di quella donna senza più lacrime accanto ad un letto di morte…
Crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini contro la dignità dell’uomo, crimini contro i bambini indifesi, crimini…crimini…crimini…crimini…povera umanità!

01 marzo 2009

INTERVISTA A GENCHI, TRATTO DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

Questa è un'intervista che non si può commentare.
Beppe Grillo.

Intervista a Gioacchino Genchi:

"Io svolgo l'attività di consulente tecnico per conto dell'autorità giudiziaria da oltre vent'anni, lavoro nato quasi per caso quando con l'avvento del nuovo codice di procedura penale è stata inserita questa figura, come da articoli 359 e 360 che danno al Pubblico Ministero la possibilità di avvalersi di tecnici con qualunque professionalità allorquando devono compiere delle attività importanti. Mi spiace che Martelli se lo sia dimenticato, Cossiga me lo abbia ricordato, proprio il nuovo codice di procedura penale che ha promulgato il presidente Cossiga inserisce questa figura che è una figura moderna. Che è nelle giurisdizioni più civili ed avanzate, mentre prima il Pubblico Ministero era limitato, e doveva per accertamenti particolari avvalersi solo della Polizia giudiziaria, il nuovo codice ha previsto queste figure.
Per cui per l'accertamento della verità, nel processo penale, accertamento della verità significa anche a favore dell'indagato o dell'imputato, il Pubblico Ministero non ha limiti nella scelta delle professionalità di cui si deve avvalere. Io ho fatto questa attività all'interno del Dipartimento della Pubblica sicurezza.

Abbiamo svolto importanti attività con Arnaldo La Barbera, con Giovanni Falcone poi sulle stragi. Quando si è reso necessario realizzare un contributo esterno per il Pubblico Ministero, contenuto forse scevro da influenze del potere esecutivo, mi riferisco a indagini su colletti bianchi, magistrati, su eccellenti personalità della politica, il Pubblico Ministero ha preferito evitare che organi della politica e del potere esecutivo potessero incidere in quelle che erano le scelte della pubblica amministrazione presso la quale i vari soggetti operavano.
Nel fare questo ho fatto una scelta deontologica, cioè di rinunciare alla carriera, allo stipendio, per dedicare tutto il mio lavoro al servizio della magistratura. Questa scelta, anziché essere apprezzata è stata utilizzata dai miei detrattori che fino a ieri mi hanno attaccato in parlamento, al contrario.

Il ministro Brunetta non poteva non riferire che la concessione dell'aspettativa non retribuita che io avevo chiesto era perfettamente regolare, è stata vagliati da vari organi dello Stato, dal Ministero dell'Interno, dal Ministero della Funzione pubblica e dalla presidenza del Consiglio dei Ministri di Berlusconi, la stessa che mi ha attaccato in maniera così violenta e così assurda dicendo le fandonie che hanno fatto ridere gli italiani perché tutto questo can can che si muove nei miei confronti, questo pericolo nazionale, cioè una persona che da vent'anni lavora con i giudici e i Pubblici Ministeri nei processi di mafia, di stragi, di omicidi, di mafia e politica più importanti che si sono celebrati in Italia, rappresenta un pericolo.

Forse per loro! Per tutti quelli che mi hanno attaccato perché poi la cosa simpatica (è chiaro che ora sto zitto, non posso parlare sono legato al segreto) ma mi scompiscio dalle risate perché tutti i signori giornalisti che mi hanno attaccato, da Farina a Luca Fazzo a Lionello Mancini del Sole 24 ore, al giornalista della Stampa Ruotolo, sono i soggetti protagonisti delle vicende di cui mi stavo occupando. Questo è l'assurdo!

Gli stessi politici che mi stanno attaccando, sono gli stessi protagonisti di cui mi stavo occupando. Da Rutelli a Martelli, Martelli conosciuto ai tempi di Falcone. Parliamo di persone che comunque sono entrate nell'ottica della mia attività. Martelli nei computer di Falcone quando furono manomessi, Rutelli perché è amico di Saladino usciva dalle intercettazioni di Saladino, Mastella per le evidenze che tutti sappiamo e così via, poi dirò quelli che hanno parlato alla Camera al question time, quel giornalista che gli ha fatto il comunicato, cose da ridere! Tra l'altro questi non hanno nemmeno la decenza di far apparire un'altra persona.

No, compaiono loro in prima persona! Sapendo che loro entravano a pieno titolo nell'indagine. Questo è assurdo. Io continuo a ridere perché il popolo italiano che vede questo grande intercettatore, che avrebbe intercettato tutti gli italiani, ma che cosa andavo ad intercettare agli italiani? Per farmi sentire dire che non riescono ad arrivare alla fine del mese? Per sentir dire che i figli hanno perso il posto di lavoro o che sono disoccupati? Che c'è una crisi economica? Ma perché mai dovrei andare ad intercettare gli italiani? Ma quali sono questi italiani che hanno paura di Gioacchino Genchi?

Quelli che hanno paura di Gioacchino Genchi sono quelli che hanno la coscienza sporca, e quelli che hanno la coscienza sporca sono quelli che mi hanno attaccato. E con questo attacco hanno dimostrato di valere i sospetti che io avevo su di loro. Anzi, più di quelli di cui io stesso mi ero accorto, perché devo essere sincero, probabilmente io avevo sottovalutato il ruolo di Rutelli nell'inchiesta Why not.

Rutelli ha dimostrato probabilmente di avere il carbone bagnato e per questo si è comportato come si è comportato. Quando ci sarà la resa della verità chiariremo quali erano i rapporti di Rutelli con Saladino, quali erano i rapporti del senatore Mastella, il ruolo di suo figlio, chi utilizzava i telefoni della Camera dei Deputati... chiariremo tutto! Dalla prima all'ultima cosa. Questa è un'ulteriore scusa perché loro dovevano abolire le intercettazioni, dovevano togliere ai magistrati la possibilità di svolgere delle intercettazioni considerati i risultati che c'erano stati, Vallettopoli, Saccà, la Rai eccetera, la procura di Roma immediatamente senza problemi però apre il procedimento nei confronti del dottor Genchi su cui non ha nessuna competenza a indagare, perché la procura di Roma c'entra come i cavoli a merenda. C'entra perché l'ex procuratore generale di Catanzaro ormai fortunatamente ex, ha utilizzato questi tabulati come la foglia di fico per coprire tutte le sue malefatte e poi le ha utilizzate come paracadute per non utilizzarle a Catanzaro, dove probabilmente il nuovo procuratore generale avrebbe immediatamente mandato a Salerno.
Perché in quei tabulati c'è la prova della loro responsabilità penale. Non della mia. Quindi, non li manda a Salerno che era competente, non li manda al procuratore della Repubblica di Catanzaro che avrebbe potuto conoscere quei tabulati e quello che c'era, non li manda al procuratore della Repubblica di Palermo dove io ho svolto tutta la mia attività ma li manda a Roma che non c'entra niente.

Quindi si va a paracadutare questi tabulati sbagliando l'atterraggio perché in una procura che non ci azzecca nulla. Perché tra l'altro in quei tabulati c'erano delle inquisizioni che riguardavano magistrati della procura della Repubblica di Roma! Su cui stavamo indagando. Ora la procura di Roma indaga su di me e sui magistrati della procura della Repubblica di Roma. Si è ripetuto lo scenario che accadde tra Salerno e Catanzaro e si è ripetuto lo scenario che era già accaduto tra Milano e Brescia all'epoca delle indagini su Di Pietro. Con la sola differenza che all'epoca si chiamava Gico l'organo che fece quelle attività, adesso si chiamano Ros, ma sostanzialmente non è cambiato nulla.

In ultima analisi dico che io sono comunque fiducioso nella giustizia. Hanno cercato di mettermi tutti contro, hanno cercato di dire ad esempio, nel momento in cui c'era un rapporto di collaborazione con la procura di Milano anche fra De Magistris e la procura di Milano, un'amicizia personale fra De Magistris e Spataro, che siano stati acquisiti i tabulati di Spataro. Assurdo! Non è mai esistita un'ipotesi del genere. Nemmeno per idea! Come si fa a togliere a De Magistris l'appoggio della magistratura associata? Diciamo che ha preso i tabulati di Spataro. Come si fa a mettere il Csm contro De Magistris? Diciamo che ha preso i tabulati di Mancino.

Adesso i Ros dicono che nei tabulati che io ho preso ci sono, non so quante utenze del Consiglio superiore della magistratura. Non abbiamo acquisito tabulati del Csm, sono i signori magistrati di cui abbiamo acquisito alcuni tabulati, quelli sì, tra cui alcuni della procura nazionale antimafia ben precisi, due, solo due, che hanno contatti col Csm.

Ha inquisito il Quirinale! Ma quando mai? Se però qualcuno del Quirinale ha chiamato o è stato chiamato dai soggetti di cui ci siamo occupati validamente, bisogna vedere chi dal Quirinale chi ha avuto contatti con queste persone, ma io non ho acquisito i tabulati del Quirinale. A parte che se fosse stato fatto sarebbe stata attività assolutamente legittima perché, sia chiaro, le indagini in Italia non si possono fare soltanto nei confronti dei tossici e magari che siano pure extracomunitari, oppure quelli che sbarcano a Lampedusa nei confronti dei quali è possibile fare di tutto, compresa la creazione dei lager.

La legge è uguale per tutti. Tutti siamo sottoposti alla legge! Perché sia chiaro. Questo lo devono capire. Nel momento in cui a questi signori li si osa sfiorare solo da lontano, con la punta di una piuma, questi signori si ribellano e distruggono le persone che hanno solo il coraggio di fare il proprio lavoro.
Gli italiani questo l'hanno capito. E hanno capito che questo dottor Genchi di cui hanno detto tutte le cose peggiori di questo mondo... e io adesso pubblicherò tutti i miei lavori, dal primo sino all'ultimo pubblicherò tutte le sentenze della Corte di Cassazione, delle Corti d'Appello, delle Corti di Assise, dei tribunali che hanno inflitto centinaia e centinaia di anni di carcere col mio lavoro.
Ma le sentenze di cui io sono più orgoglioso non sono le sentenze di condanna, ma sono le sentenze di assoluzione! Sono quelle persone ingiustamente accusate anche per lavori fatti dal Ros che sono state assolte grazie al mio lavoro e che rischiavano l'ergastolo! E che erano in carcere. Persone che erano in carcere perché avevano pure sbagliato l'intestatario di una scheda telefonica. E adesso questi signori vengono ad accusare me di avere fatto lo stesso lavoro che loro... ma non esiste completamente!
Tutte queste fandonie e la serie di stupidaggini che sono state perpetrate addirittura in un organismo che è il Copasir! Che si deve occupare dei servizi di vigilanza sulla sicurezza, non sui consulenti e sui magistrati che svolgono la loro attività sui servizi di sicurezza! Noi abbiamo trovato delle collusioni di appartenenti ai servizi di sicurezza, con delle imprese che lavorano per i servizi di sicurezza, che lavorano nel campo delle intercettazioni, che costruiscono caserme con appalti dati a trattativa privata per milioni di euro, noi stavamo lavorando su quello! Stavamo lavorando su quello e ci hanno bloccato perché avevano le mani in pasta tutti loro! Questa è la verità.

Questa è la verità e adesso mi hanno pure dato l'opportunità di dirla perché essendo indagato io non sono più legato al segreto perché mi devo difendere! Mi devo difendere con una procura che non ci azzecca nulla con la competenza, la procura di Roma, mi difenderò alla procura di Roma.

Però sicuramente la verità verrà a galla! E non ci vogliono né archivi né dati perché sono tre o quattro cose molto semplici. Le intercettazioni di Saladino utili saranno una decina, quando fu intercettato prima che De Magistris iniziasse le indagini, ma sono chiarissime! E l'attacco che viene fatto nei miei confronti parte esattamente dagli stessi soggetti che io avevo identificato la sera del diciannove luglio del 1992 dopo la strage di via D'Amelio, mentre vedevo ancora il cadavere di Paolo Borsellino che bruciava e la povera Emanuela Loi che cadeva a pezzi dalle mura di via D'Amelio numero diciannove dov'è scoppiata la bomba, le stesse persone, gli stessi soggetti, la stessa vicenda che io trovai allora la trovo adesso!
Ancora nessuno ha detto che io sono folle. Anzi, sarò pericoloso, terribile ma che sono folle non l'ha detto nessuno. Bene allora quello che io dico non è la parola di un folle perché io dimostrerò tutte queste cose. E questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata."