26 luglio 2008

MEGLIO FIRMARE SUBITO, MILLS E’ IN AGGUATO

Il presidente Napolitano ha firmato con una velocità sorprendente la legge che introduce l’immunità per le più alte cariche dello Stato (lodo Alfano). Berlusconi, tronfio ma felice dichiara che “finalmente i magistrati non mi perseguiteranno più” e “ora posso trascorrere i sabati a lavorare”.
Abbiamo, unica democrazia al mondo, una legge che protegge le più alte cariche dello Stato da qualsiasi azione giudiziaria, con la sola eccezione di una rinuncia personale…cosa piuttosto remota, eccetto che la Cassazione non accetti la ricusazione del giudice Gandus e il processo debba essere nuovamente istruito.
In tutto ciò, appare strano che le motivazioni d’incostituzionalità addotte dalla Corte Costituzionale per il lodo Schifani (veniva, di fatto, mortificato l’art.3 della Costituzione secondo cui tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge), che portarono alla ricusazione della legge, siano stati superati con l’estensione delle garanzie ad altri componenti, come se questi ultimi nel loro “piccolo” rappresentino la totalità degli Italiani.
Sarebbe stato comprensibile che la legge si riferisse ad atti legati all’aspetto politico, riguardanti, cioè, l’azione di governo e non coinvolgesse atti che nulla hanno a che fare con essa (presunta corruzione, presunta evasione fiscale…). Paradossalmente, potremmo essere governati o rappresentati da personaggi con processi in corso che comportano reati gravissimi, possibilmente comprovati, e vedere tutto sospeso solo perché il popolo sovrano (?) li ha votati.
Si procederà, quindi, con l’immunità parlamentare, che tangentopoli spazzò via, saldando così i due estremi della circonferenza: il primo riguarda, per non dimenticare, l’espropriazione del diritto di scegliere i parlamentari col voto di preferenza; il secondo l’annullamento, di fatto, dell’art. 3 della Costituzione. Il potere non sarà esercitato dai cittadini, ma da un’oligarchia autodeterminatasi, che produrrà l’asfissia della Repubblica Parlamentare.
E l’opposizione? Casini e Veltroni, come se vivessero in un altro Stato, ma fanno pur sempre parte della casta, parlano di atto dovuto con riferimento alla firma di Napolitano, ma la cosa li tange poco, visto che si sono dissociati dalla proposta avanzata da Di Pietro di un referendun abrogativo.
Ormai, on. Di Pietro, cosa fatta capo ha e domani la legge potrebbe riguardarli. Bisogna solo stabilire quando verrà il loro domani!

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