In questa prima decade di luglio, con un caldo asfissiante che toglie pure la voglia di pensare, i media, proprio tutti, dedicano ampi spazi alle vicende giudiziarie del premier. Così la giustizia arriva in prima pagina e un percorso privilegiato, s’intende più veloce e partisan (sarà poi corretto, dico, il partisan?), permetterà alla legge ad personam (ex lodo Schifani o lodo Alfano poco importa…è sempre “na fitinzia” – dal siciliano volgare: una schifezza), i latinismi abbondano e le picconate al sistema repubblicano pure, alle alte cariche dello Stato di non essere giudicati durante il mandato pubblico, come succede negli altri Paesi europei, e poter, quindi, nel caso del premier, governare con più serenità esplicando nel migliore modo possibile il mandato ricevuto dagli elettori, specie in un momento di difficile contingenza economica.
Il mio amico, il solito scocciatore, mi fa notare che gli altri paesi europei si riducono alla Francia per il presidente della Repubblica e alle monarchie per i re, e che il mandato, ancorché ampio ma di parte, non prevedeva leggi salva-premier.
Aggiunge, comunque, che il processo Mills, il consulente inglese beneficiario di un irrilevante regalo di 600 mila dollari, e le intercettazioni con Saccà, tra l’altro reintegrato in Rai, è solo “fumus”di giudici rossi (o rosella, visto che il rosso politico in Italia è relegato solo nelle manifestazioni) che passano il tempo a perseguitare un galantuomo, mentre numerosi processi giacciono nelle aule dei tribunali di tutta Italia.
Forse il mio amico ha ragione. Ha senz’altro ragione se consideriamo le professioni d’innocenza che giornalmente Berlusconi ci elargisce. Perché non credergli? In fondo, non ha condanne e se qualche volta è intervenuta la decorrenza dei termini…lo ha previsto la legge che, intendiamoci, vale per ogni italiano, specie se ingiustamente accusato.
In verità volevo parlare della confindustria e dei salari, ma il “cappello” introduttivo mi ha preso troppe parole.
Volevo solo dire che la “giustizia- secondo- Berlusconi” continua ad occupare non solo i lavori parlamentari e l’informazione, ma opinionisti e opposizione e che i problemi economici (caro petrolio, caro mutuo, inflazione elevata…) che attanagliano le famiglie sono passati in secondo ordine…
- Ma c’e Tremonti…
- E’ l’ultima provocazione del mio amico che mi costringe a chiudere. Il discorso economico lo riprenderò domani, almeno così spero.
09 luglio 2008
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