14 giugno 2008

TROPPI MORTI, TROPPI COLPEVOLI

Anche oggi si sono registrati quattro morti sul lavoro. Quattro lavoratori lasciano nello sconforto assoluto le loro famiglie. Ieri sono stati sei, sette alla Thyssenkrupp di Torino, cinque a Molfetta…
La guerra in Iraq in un anno ha causato meno morti tra i soldati americani. Con una differenza sostanziale: i soldati erano consapevoli dei molteplici rischi cui andavano incontro.
I lavoratori della settima potenza industriale del pianeta (non so se è ancora così, ma di questo ci vantiamo), precari o a posto fisso, al mattino non vanno al fronte ma in un luogo di lavoro che credono sicuro. Le cose invece non stanno proprio così, perché questa strage continua ha dei colpevoli facilmente, fin troppo facilmente, individuabili.
Sono i datori di lavoro, enti pubblici compresi, che ancora nel 2008 non dotano le loro aziende di sistemi efficienti di sicurezza né investono in corsi di formazione per i loro dipendenti; sono i sindacati ormai molto lontani dai motivi che li hanno visti nascere, che hanno perso credibilità tra i lavoratori tanto che i loro iscritti più numerosi sono i pensionati, tra l’altro mai difesi né gratificati; sono i politici, pronti ad indignarsi e ha proferire parole di fuoco verso i colpevoli per poi…dimenticare, impegnati sul problema delle intercettazioni o sul lodo Schifani.
“E’ intollerabile che questi operai lavorino senza le necessarie misure di sicurezza. Chi ha sbagliato deve pagare”, affermano i sottosegretari inviati da Berlusconi che ha sua volta dichiara: “Alle famiglie dei lavoratori che hanno perso la vita va la vicinanza e l’aiuto concreto mio personale e del governo”. Il presidente del Senato Schifani parla di uno “stillicidio inaccettabile” e annuncia una commissione d’inchiesta, mentre per il presidente della Camera Fini siamo “all’emergenza sociale assoluta”. Infine Veltroni: “lavorare non deve voler dire morire, quando succede vuol dire che tante cose non hanno funzionato”.
Ho citato le dichiarazioni di questi autorevoli esponenti politici perché ritengo inaccettabile far finta di non conoscere il problema e promettere d’intervenire in maniera dura e decisa. Sono ipocriti e menzogneri: nel passato ad ogni disgrazia hanno dichiarato contriti la loro indignazione e invocato provvedimenti urgenti e definitivi. Ma, nonostante si siano alternati al governo della Nazione, il problema continua a non essere risolto.
Dulcis in fundo, la ciliegina del ministro del lavoro Sacconi, che non merita commento, tanto è esplicito il suo significato: “ Il piano straordinario sulla sicurezza deve essere definito tra le parti sociali in tempi molto brevi; alcuni aspetti saranno più tempestivi, per altri ci vorranno tempi più lunghi”. Campa cavallo che l’erba cresce.

Nessun commento: