Rappresentazione teatrale
Titolo: Se questo è un ministro
Genere: tragedia…ma anche farsa (dipende dai punti di vista)
Protagonisti in ordine d’occupazione della scena:
- Mastella, ministro di grazia e giustizia, iscritto sul registro degli indagati
- Di Pietro, ministro delle infrastrutture
- De Magistris, giudice dell’inchiesta Why-not
- Favi, procuratore generale facente funzioni; firma il decreto di avocazione
- Prodi, presidente del consiglio
- CSM (consiglio superiore della magistratura)
- Tifosi: vari ministri, numerosi parlamentari, giornalisti
Co-protagonisti: ispettori del ministero, talpe, procuratori
Luoghi del mis-fatto (sceneggiata): i più vari (Tribunale di Catanzaro, Ministero della giustizia, Palazzo dei marescialli, Consiglio dei ministri, vari studi televisivi…)
Basterebbe questa locandina per uno spettacolo, forse tragi-comico, di grande successo, specie se dato a Broadway, ma, purtroppo, siamo in Italia e l’irreale, il fantastico della fiction diventa cruda realtà.
I palazzi delle istituzioni e gli studi televisivi diventano palcoscenici dove attori consumati (come i cerini, s’intende!) si esibiscono incuranti del male che fanno a loro stessi e alla politica, in ciò aiutati da numerosi fans, rinomate firme dell’informazione, esponenti di spicco (spiccassero davvero il volo verso altri lidi!) di partiti e movimenti.
Una regia sapiente che fa sì che si decada dal serio (i fatti veri) al comico; i protagonisti diventano clown mentre la platea applaude alle “battute” dell’uno e dell’altro.
Il dramma arriva quando si ripone il giornale o si spegne il televisore: la “platea”, prima inebriata dalla bravura (vis comica) degli attori, ritorna alla realtà e gli attori, tolta la maschera (come nelle tragedie greche), ritornano i miseri protagonisti della locandina.
Allora, ai cittadini vengono in mente tutti i sotterfugi, tutte le manchevolezze, tutte le miserie dei nostrani politici, molto autoreferenti e poco disposti al confronto democratico, che mimetizzano i loro privilegi e le loro mancanze dietro il cosiddetto garantismo, fatto di leggi e regolamenti ad hoc che non valgono per i comuni cittadini e che li mettono al sicuro da ogni ”curiosità”.
La separazione dei tre poteri sui quali si fonda ogni stato democratico spesso viene misconosciuta, in buonafede o per ignoranza…s’intende.
Se, prima del giuramento, ai neo-onorevoli si chiedesse la conoscenza dei principi fondanti della democrazia e della nostra Costituzione in particolare?“Ma sarebbe una perdita di tempo, interviene il mio amico, a quell’età….”.
24 ottobre 2007
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