Povero Mastella, povero ministro di indulto e giustizia! Ormai è nel pallone e, così, a New York, mentre gli americani celebrano il Columbus Day, fa resuscitare i fantasmi del terrorismo, partendo da lontano, dall’anno di … grazia 1976, affare Lockheed, quando Moro pronunciò la celebre frase: “non ci faremo processare nelle piazze”.
Ma, dico, come si fa a processare un ministro della Repubblica sulle piazze italiane se le uniche piazze che frequenta sono quelle televisive (Porta a porta, Ballarò, Anno zero…)?
E poi, su quali capi d’accusa? L’avere firmato l’indulto, l’avere chiesto il trasferimento del pm De Magistris e del procuratore Lombardo, l’averci messi in guardia dal rischio terrorismo, l’avere notato una spinta anticlericale nel paese o, infine, l’aver chiesto le dimissioni del cda della RAI?
Ma non scherziamo. Come ministro di competenza può chiedere al CSM il trasferimento dei magistrati che nel corso di indagini hanno avuto un comportamento deontologico scorretto; come politico componente del governo in carica avrà avuto buone ragioni, forse in possesso di informazioni segrete, per temere una rinascita del terrorismo e dell’anticlericalismo; come profondo democratico sente il bisogno di un’informazione libera dai partiti e finalmente autonoma.
Dobbiamo, quindi, stare attenti a non assumere atteggiamenti o comportamenti demagogici e qualunquisti che possono portare alla deriva lo stato di diritto e vigilare sulle sorti della democrazia…cristiana (stando alle cosiddette radici cristiane dell’Europa e a maggior ragione dell’Italia), continuamente minata da esternazioni di politici irresponsabili e populisti.
Penso che almeno una volta ognuno di noi abbia mangiato la marmellata o sia scivolato….
- Ma fammi il piacere, interviene il mio amico, c’è gente che di marmellata ne ha mangiato tanta e di scivolate…di più.
In fondo procura più danni al Paese un qualunque ministro dell’economia che un ministro di giustizia che si è solo fatto interprete di un malcontento popolare (carceri sovraffollate, condanne spesso ingiuste, prescrizioni non arrivate in tempo, giudici troppo rigidi e di colore acceso…) e ha redatto la legina sull’indulto, votata con soddisfazione da ampia parte dell’opposizione..Previti compreso.
- Si. Però chiedere il trasferimento del pm De Magistris solo perché oltre al nome di Prodi è emerso il suo…?
Queste sono illazioni. Gli ispettori che Mastella ha mandato hanno potuto verificare delle inadempienze, forse formali e non sempre sostanziali, ma pur sempre inadempienze gravi (avete dimenticato il giudice di cassazione Carnevale), per cui è stato doveroso chiederne il trasferimento. Se non l’avesse fatto i soliti garantisti l’avrebbero messo in croce. FI il partito più garantista di tutti non lo avrebbe perdonato.
- Vogliamo forse dimenticare la spinta anticlericale che monta nel Paese con l’assurda proposta di legge sui Dico, per fortuna accantonata, o con la presa di posizione dell’Europa dell’ICI non pagata sugli immobili non adibiti a culto ( si dice che il patrimonio immobiliare della Chiesa rappresenta il 22% dell’intero patrimonio immobiliare italiano) o con la pretesa che il Papa o un suo stretto collaboratore non appaiano almeno una volta al giorno nei nostri telegiornali per esternare le loro posizioni sui vari aspetti della politica …sociale, come farebbe un qualsiasi governo che avesse in cuore il benessere dei suoi sudditi?
Certo, su questo aspetto hai ragione. Due Concordati non sono bastati per definire con certezza i limiti delle interferenze, viste come limitazione al pensiero assoluto, espressione massima del diritto naturale su cui si fonda la verità…che sia rivelata o no è un’altra cosa.
- Ma è giusto che un’informazione di parte metta alla gogna la classe politica italiana e un ministro in particolare, facendo solo anti-informazione, diffondendo così i semi del terrorismo come se tutti mali dell’Italia siano imputabile a loro che altro non sono, come afferma Prodi, che lo specchio della società?
Il libro inchiesta “La casta”, il fenomeno del grilliamo, le proteste verso presunti privilegi di una classe politica sempre più autoreferente e sempre più chiusa nella sua torre d’avorio, le reazioni incontrollate dei tanti, i conflitti sempre più numerosi tra le istituzione, esprimono sicuramente un malessere cui paradossalmente la stessa classe politica sotto esame deve porre rimedio nel più breve tempo possibile per evitare che il Paese precipiti nell’anarchia, ricordando che la politica, il governare, è servizio, tra l’atro, oggi, ben retribuito.
09 ottobre 2007
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