Se una grande azienda privata, mettiamo la FIAT, acclara che il 30% dei suoi dipendenti si droga in maniera abituale che cosa fa? Farà finta di niente o prenderà provvedimenti?
La risposta non è difficile: prenderà dei provvedimenti in quanto il suo manufatto, se mal progettato o mal costruito, arrecherà danni agli automobilisti e, quindi, a sé stessa.
Oltre ai cittadini-automobilisti anche i politici nella quasi totalità approveranno la decisione dell’azienda, indipendentemente dal modo in cui è venuta a conoscenza della situazione.
Nessuno vuole guidare o lasciar guidare ai suoi familiari un mezzo rischioso!
Allora, perché noi italiani dobbiamo essere governati da “dipendenti” che per il 30% si drogano?
E se sono nostri dipendenti (li retribuiamo con stipendi d’oro e con benefit di ogni genere) perché non possiamo licenziarli prima della scadenza del loro mandato?
Il Parlamento , mi dice un amico, è rappresentativo degli italiani per cui accanto alle persone per bene siedono i corrotti, i corruttori, i sodali, i drogati…
E pensare che alcuni mesi fa, epoca Berlusconi, i nostri dipendenti hanno approvato una legge abbastanza punitiva a proposito dell’uso della droga….
Ma i nostri dipendenti, suggerisce l’amico, hanno a cuore la nostra salute in quanto datori di lavoro e la legge è stata fatta per noi. Siamo noi e i nostri figli a doverla rispettare.
Ma se i “dipendenti” si drogano, da qualche parte prenderanno (compreranno) gli stupefacenti o qualcuno gliela recapiterà.
Allora conosceranno….e se li conoscono perché non li denunciano? E se non li hanno finora denunciati perché la magistratura non apre un procedimento?
Forse perché “la soffiata” è considerata illegittima e, quindi, se procedimento ci sarà, saranno “le Iene” a subirlo….così imparano!
P.S.:
Una democrazia in cui si è rotto il rapporto tra i cittadini e i politici, “dipendenti” ma anche padroni,è una democrazia malata, al limite dell’esproprio, che prima o poi esploderà.
Una democrazia sana prevede forme di controllo per i propri dipendenti, a parte il fatto che deve mantenere il DIRITTO di sceglierli (l’attuale legge elettorale non lo permette).
12 ottobre 2006
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