Quando il premier - con tale termine s’indica il capo dell’esecutivo eletto direttamente dal popolo; da noi il termine corretto è quello di Presidente del Consiglio e la sua nomina è sancita da un voto di fiducia in Parlamento – chiama ministri, consiglieri e consigliori, anche di grosso calibro si precipitano.
È il caso di un uomo d’immensa cultura, raffinato e carismatico direttore del quotidiano “Il foglio” che, nell’appassionata e drammatica ricerca di una collocazione di verità è approdato al sole di Arcore. Non so se, come san Paolo si fermerà – certo chi può dire tra noi miseri mortali di essere arrivato alla fine di un percorso, del proprio percorso, esistenziale? Come si può affermare che questa e non altra sia la verità assoluta? A volte, basta una semplice ricaduta per trovarsi in sintonia … ma non è il caso … Molto spesso la crisi esistenziale, sempre se c’è, porta a quella mistica che, visto che il nostro si definisce ateo devoto, potrebbe essere dietro l’angolo. Pensate quale grande conquista per la Chiesa, quale grande opera di proselitismo … quanti “Dal Verme” sostituendo le mutande qualcosa di più appariscente e meno volgare come una tonaca!
Non sono un filosofo, non leggo Kant perché la notte preferisco dormire e non ho nessuna vis polemica affamata d’applausi.
Sto parlando di Giuliano Ferrara che da sempre apprezzo … da quanto, se la memoria non m’inganna, militava nel Partito Comunista Italiano. Vecchia storia. Il suo percorso è stato ricco di movimento. L’incarico di sottosegretario di un governo Berlusconi, il caso Englaro con la raccolta delle bottiglie d’acqua minerale, la sua candidatura a leader del partito antiabortista del 2008, la sua genuflessione davanti a Benedetto XVI e ora la sua presa di posizione contro i moralisti e l’invito a Berlusconi di partecipare ai confronti televisivi con i leader dell’opposizione, ne fanno un difensore appassionato di quelle cause che gli conquistano il cuore.
Prima di concludere e augurargli tanta fortuna, mi preme ricordargli che due sole volte ha accettato di confrontarsi in Tivù con l’opposizione ed entrambe le volte ha perso le elezioni.
Il presidente del consiglio sarà giudicato con rito abbreviato con la grave accusa di concussione e di prostituzione minorile. In un altro Paese avrebbe dato le dimissioni, ma ci sarebbe stato un altro capo del governo.
È una sfida infinita alla magistratura, uno scontro tra istituzioni fondanti dello Stato che incideranno e non poco sulla nostra vita quotidiana. Una difesa a qualsiasi costo del potere come un fatto privato allargato strumentalmente agli elettori che, continua a dire, con estrema monotonia e protervia, che l’hanno votato. Il che, comunque, non significa né delega in bianco né delega eterna. E poi, in democrazia bisogna sentire il polso del Paese, essere rispettoso delle regole istituzionali e avere una condotta di vita integerrima, perché il limite tra il privato e il pubblico, se c’è, è molto sottile.
Ieri i personaggi più in vista del Pdl, i soliti volti noti, hanno dato ancora una volta dimostrazione, attraverso varie dichiarazioni, di non avere rispetto per gli italiani, considerati ignoranti e trattati come i tifosi di una squadra di calcio: vinca la squadra per cui tifo … anche se han truccato la partita o comprato l’arbitro.
Vediamo questa carrellata di dichiarazioni che ne mettono in evidenza la cattiva fede o … l’ignoranza. Qualche volta è ignoranza ma spesso è furbizia da servilismo.
Alfano (ministro della giustizia): “La Procura non ha tenuto conto di quanto votato dal parlamento” e questo è “un tema che attiene l’autonomia, la sovranità e l’indipendenza del parlamento. Berlusconi ha un forte mandato conferitogli dagli Italiani”.
La Magistratura non può dipendere nell’esercizio delle sue funzioni dal parlamento, ma deve agire attraverso il rispetto dei codici. La Magistratura è uno dei tre poteri fondamentali dello Stato democratico ed è soggetto soltanto alla legge. Tra l’altro, non spetta al parlamento indicare il giudice naturale di un indagato. La magistratura ha rispettato la sovranità e l’indipendenza del parlamento, accettando quanto da questo deliberato in merito alla richiesta di perquisizione dell’ufficio di Spinelli. Il forte mandato conferitogli dagli Italiani non lo rende né al di sopra della legge né più uguale degli altri cittadini.
Gelmini (ministro dell’istruzione): “E’ un vero e proprio attacco alla sovranità popolare … un potere dello Stato che tenta di stravolgere l’equilibrio tra il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. L’anomalia italiana è rappresentata da una parte della magistratura che agisce con finalità politiche”.
Ma dov’è l’attacco alla sovranità popolare? L’art. 1, comma 2, recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Se il popolo è sovrano, non lo è il presidente del consiglio, nessun presidente del consiglio. La volontà del popolo non ne ha altre sopra di sé, ciò ne determina la sovranità. L’equazione, il popolo mi ha votato, quindi, io governo. Certamente, ma governare non significa dedicarsi a risolvere i problemi giudiziari del presidente del consiglio, attraverso leggi a personam o lodi incostituzionali. L’anomalia, quindi, sta nei comportamenti di delegittimazioni messi in atto dal presidente del consiglio e dai suoi ministri.
Brambilla (ministro del turismo): “Berlusconi vittima perché colpevole di poter contare su un grande consenso tra i cittadini e di voler usare questa forza per riformare il Paese”.
Il grande consenso, il più grande che un governo della Repubblica abbia mai avuto, implicherebbe il mantenimento delle promesse elettorali che questo presidente e il suo governo hanno disatteso e che non ha niente da vedere con l’azione della giustizia.
Prestigiacomo (ministro dell’ambiente): “Contro Berlusconi processo farsa che conferma che la via giudiziaria in Italia è la continuazione della politica con altri mezzi”.
L’imprenditrice Prestigiacomo giudica il processo – che ancora non è iniziato – una farsa. Come fa a dirlo? Quali elementi ha a sua disposizione? Ci partecipi, signora ministro, ci parli degli elementi probatori in suo possesso. Si butta il sasso e poi si ritira la mano, parlando di una via giudiziaria che non esiste se non nella loro fantasia? Ha mai contato quanti avvocati sono stati nominati nel Pdl, compresi gli avvocati difensori del presidente del consiglio?
Meloni (ministro della gioventù): “Il 6 Aprile non va a processo il premier o il suo governo, ma la nostra democrazia”.
Il processo del 6 Aprile ha un imputato: Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio. Il processo del 6 Aprile sarà il trionfo della democrazia e della Costituzione su cui si fonda, secondo la quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
Formigoni (governatore della Lombardia): “Non esiste alcuna ipotesi accusatoria contro Berlusconi … una grande costruzione mediatica con poca sostanza”.
Formigoni ha già emesso il giudizio: nessuna ipotesi accusatoria … l’imputato è innocente … o è un imputato fantasma. Il presidente, oltre ad essere il proprietario di Mediaset e di numerosi organi di stampa, ha una fortissima influenza sulla Rai per cui sembra l’unico capace di una grande costruzione mediatica.
Cicchitto (capogruppo alla camera): “Si può parlare di giustizia ad orologeria che per Berlusconi è velocissima …”.
Ma la maggioranza non ha in discussione una legge sul processo breve? L’unica differenza, è che il disegno di legge prevede la retroattività e, quindi, l’annullamento dei processi di Berlusconi ancora in corso e di altri migliaia di processi come Parmalat e altri.
Lupi (vice presidente della camera): “C’è una procura italiana che, attraverso un’indagine risibile, sta cercando di ribaltare l’ordine democratico. L’offensiva lanciata dai magistrati nei confronti del premier non ha precedenti in Italia e nel mondo”.
Senza dubbio è un intervento eversivo. L’onorevole usa un linguaggio violento – indagine risibile, ribaltare l’ordine democratico, offensiva dei magistrati - verso un potere dello Stato. In altre parti del mondo, per esempio in Israele o in Inghilterra o negli Usa, per molto meno dei premier si sono dimessi non appena hanno avuto solo sentore di un procedimento giudiziario nei loro confronti. Come fa Lupi a giudicare risibile l’indagine e, quindi, l’apertura del processo al premier? Ha prove evidenti da esibire? Ha prove di un complotto? Se le ha perché non le rene pubbliche?
16 febbraio 2011
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