26 agosto 2010

LA TRUFFA DI VILLA CAMPARI

“Il governo va avanti senza l’UDC”. Questo ha stabilito il vertice delle 2B. Gli italiani hanno di che essere soddisfatti. A dicembre non andranno a votare. Potranno aprire i regali sotto l’albero, brindare all’anno nuovo e ringraziare il duo Berlusconi-Bossi.

L’estate 2010 sarà ricordata come la farsa (commedia?) politica all’italiana che nasce con presupposti seri e di principio e si conclude, attraverso un percorso ambiguo, con una risata generale, di liberazione o d’ironica sopportazione, l’ennesima.

Si è partiti da due fatti eclatanti, la nascita del gruppo dei finiani in parlamento e il voto sul sottosegretario Caliendo che ha sancito il disfacimento della maggioranza, e si arrivati alla truffa di Villa Campari. Non che la “truffa” sia un episodio meno eclatante, ma ormai gli italiani si sono abituati alla tattica di due passi avanti e tre indietro, alla politica del dimenticare quello che è stato detto e dire il contrario … tanto hanno la memoria corta e, poi, sono ancora in vacanza … almeno quelli che possono.

Le prime pagine di tutti i quotidiani e le aperture dei telegiornali (meno male che i talk show sono chiusi tuttora per ferie), non hanno fatto che raccontare lo scontro tra i finiani e il Pdl con esibizioni muscolari degni di un incontro di lotta greco-romana: il premier, i suoi portavoce e i sodali a dire che al massimo a dicembre si voterà, anche se bisognerà operare qualche strappo alla Costituzione, che il popolo ha indicato Berlusconi premier e non può esserci altro governo se non l’attuale e che i traditori farebbero bene a rientrare nei ranghi per evitare di non essere più eletti.

Bossi e la Lega avevano coniato lo slogan “al voto subito”.

Berlusconi a un certo punto comincia a frenare sul voto, propone, prima i cinque punti su cui porre la fiducia e poi un possibile abbraccio con Casini, che sostituirebbe Fini, urtando la suscettibilità di Bossi che dichiara che la Lega non condivide e che tutto sarà deciso nel prossimo vertice delle 2B.

Ancora una volta esce il topolino: niente voto subito, il governo va avanti, navigando a vista, mentre il messo di Bossi, onorevole Calderoni, è incaricato di fare opera di convincimento presso i finiani.

Il cambio di strategia è dovuto al fatto che i sondaggi non danno la certezza della vittoria, mentre Casini e alcuni suoi uomini potrebbero correre al momento opportuno in aiuto del governo.

Se non è una truffa, è una presa in giro degli elettori, che sono considerati merce di cui disporre al momento opportuno, senza capacità critica né orgoglio.

Voglio sperare che i cittadini si ricordino di questa estate che ha messo in vetrina le contraddizioni della maggioranza, l’inconsistenza politica del suo leader, più bravo a imporre le leggi ad personam o ad aziendam che a risolvere i reali problemi del Paese, il continuo tentativo di mettere il bavaglio all’informazione e di perseguitare quanti si ribellino all’imperatore, interprete unico della legge e della democrazia.

Nessun commento: