17 aprile 2009

IPOCRISIA “PERFETTA”

Il nostro è un Paese ricco di emergenze varie vestite da un’ipocrisia “perfetta”.
È vero, in momenti di gravi disastri, come il recente terremoto in Abruzzo, riusciamo a essere generosi e ci commoviamo pure, anche fino alle lacrime. Ma molte sono lacrime di coccodrillo (esso non piange per pentimento ma per i dolori della digestione) che presto si asciugheranno al vento degli affari, dei soliti affari, della solita indignazione, delle solite grida di manzoniana memoria urlate dai soliti araldi mediatici, della solita falsa ricerca delle responsabilità da punire esemplarmente, del solito rimbalzo di colpe, dei soliti appalti al ribasso che poi costeranno dieci venti trenta… volte di più di quanto preventivati, la solita lenta e impotente giustizia, la nuova Irpinia, uno sciacallaggio politico da sopportare almeno fino alle elezioni europee…poi si vedrà.
Tutti i ministri si sono recati in Abruzzo, macerie tra le macerie. Il presidente Napolitano, il presidente Berlusconi, i vari ministri…il primo di maggio vedremo anche Ratzinger con l’elmetto in testa a parlare dell’imperscrutabile disegno divino mentre le mamme e i padri piangono i loro figli, a chiedere di ricostruire le chiese, come luoghi di preghiera e di consolazione dove un Dio misericordioso e buono accarezzerà i volti lacrimati di uomini e donne messi alla prova…si griderà al miracolo per i sopravvissuti senza dire il perché di quei morti, di quelle case distrutte, di quelle famiglie spezzate… chiederà di liberarci della corruzione e di punire i colpevoli…
A Roma, intanto, fuori dalle passerelle mediatiche, si fa “politica” con la “p” più piccola della minuscola, quasi a vergognarsi, la “p”.
Il Consiglio dei ministri, i leader della maggioranza, i sempre video-presenti, cercano i soldi della ricostruzione, con lena e fantasia: una tantum, accise sulla benzina (un classico), il 5 per mille, l’8 per mille...in attesa del re della finanza creativa che ancora non si è espresso.
L’election day, l’accorpamento del referendum con le elezioni europee, il rinvio della costruzione del ponte sullo stretto, per esempio, si possono realizzare con un risparmio nell’immediato di più di un miliardo di euro…per non parlare delle spese di gestione dei vari ministeri, del G8 o dei giochi del Mediterraneo.
In un Paese che non è il nostro, anche in conseguenza della crisi economica globale, i nostri dipendenti avrebbero avuto il dovere morale di rinunciare a una parte del loro lauto “stipendio” e dei loro ricchi benefit. Non avrebbero risolto il problema, ma avrebbero dato un’immagine di sé più umile e più altruista.
Ma siamo in Italia e l’ipocrisia è il vestito usuale!
Non voglio fare retorica ma un esempio concreto del ricavato mensile della riduzione di tre mila euro dello stipendio dei mille parlamentari:
1000 (parlamentari) x 3000 (riduzione stipendio mensile) = 3.000.000 (tre milioni) €.
3.000.000 x 12 (mesi) = 36.000.000 € non è poca cosa.
Meditate gente, meditate.

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