21 aprile 2007

L’ITALIETTA DEI POITICI PICCOLI PICCOLI

Non passa giorno che i cittadini italiani non vengono vilipesi e umiliati da omini deliranti capaci solo, nella stragrande maggiorana, di arraffare privilegi che ai loro “datori di lavoro” sono preclusi per quelle buone ragioni che loro stessi declamano a voce alta e sicura nelle trasmissioni televisive o radiofoniche cui partecipano: è il caso della salvaguardia delle loro convivenze o del loro diritto di cumulo tra pensione maturata, stipendio e indennità parlamentare.
Questi omini deliranti sono i parlamentari italiani delle “due opposizioni”, quelli che ci hanno fatto votare col porcellum, espropriandoci del diritto alla sovranità, quelli che svendono il patrimonio pubblico, quelli che continuano a progettare autostrade…per uno sviluppo sostenibile, quelli che riformeranno le pensioni, quelli che hanno inventato il lavoro precario, quelli che non vedono gli scandali e le appropriazioni indebite, quelli che siedono in parlamento anche se condannati in via definitiva o sui quali pendono indagini o processi, quelli i cui reati sono stati trascritti per decorrenza dei termini, quelli che trasformano le aule del parlamento in mercati rionali dove a tutto si assiste purché alla politica…
Ancora una volta, questi politicanti da teatro di quartiere hanno trasformato un episodio di politica estera, quale il decreto che rifinanzia le missioni italiane all’estero, in un assalto alla diligenza, nell’ulteriore spallata che avrebbe dovuto sbriciolare il governo Prodi al grido che “gli italiani lo vogliono”.
Al di là delle evidenti contraddizioni ( FI, Lega e AN sei giorni prima alla Camera avevano votato lo stesso decreto; il governo Berlusconi mandò le truppe sia in Iraq in soccorso all’amico Bush che in Afghanistan sotto patrocinio NATO; ha sempre votato a favore delle missioni anche quando avrebbe potuto votare contro, vedi Kosovo), quello che rimane della CdL ha mostrato un atteggiamento strumentale e irresponsabile, del tutto privo di senso dello stato.
Se l’obiettivo dei tre della Casa (Berrlusconi, Bossi, Fini) è far cadere Prodi, allora devono avere una proposta alternativa di politica estera che sicuramente non è il mancato finanziamento delle missioni comunque camuffato.
Fare affidamento sui numeri in occasioni come queste in cui è in ballo la credibilità internazionale dell’Italia è sciacallaggio politico che, nel caso fosse riuscito, avrebbe portato il paese nel caos, trascinando per effetto domino anche i loro partiti.
Purtroppo, è un film che vedremo spesso al Senato: i soliti attori-comparse, il solito copione (maggioranza politica, voti dei senatori a vita, malattie, pianisti…). La solita Italietta!

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