Nel discorso d’inizio anno al Corpo diplomatico, papa Ratzinger è stato molto chiaro sia nelle richieste sia nelle condanne. Una sola mancanza: non concludere con la solita formula “sia anatema”, per chi, naturalmente, non si sottomettesse al volere di chi da venti secoli, a volte con ipocrisia, altre con violenza e mistificazioni di ogni sorta, ha ottenebrato le menti dell’umanità, con la pretesa dell’unica verità e dell’unico Dio e ha commesso ogni genere di misfatto al grido di “Dio lo vuole” … anche contro gli stessi cristiani come accadde con quella che fu definita “La crociata contro gli Albigesi”. La crociata ebbe luogo tra il 1209 e il 1229 e fu indetta dal papa Innocenzo III. Voglio ricordare, a Sua Santità, solo li massacro di Béziers per opera dei cattolici sotto il comando del legato pontificio Amaury. La strage colpì indiscriminatamente tutti i cittadini di Béziers – comportò la morte di circa 20.000 persone come si ricava da una lettera inviata dallo stesso al papa. A sottolineare la crudeltà del legato pontificio, il cronista Cesario di Heisterbach racconta che quando al legato fu chiesto come si potessero individuare gli eretici tra i rifugiati in una chiesa, rispose: “ Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi”. La Chiesa Cattolica ha chiesto la tolleranza fino all’Editto di Milano del 313. Dopo mostrò tutta la sua intransigenza distruggendo templi, bruciando libri (biblioteca di Alessandria), imponendo con la coercizione il suo credo e perseguitando fino alla morte i non cristiani che si rifiutarono di abiurare alla propria religione … centinaia di migliaia di morti. Allora, di quale libertà religiosa parla papa Ratzinger?
Quali minacce possono arrecare l’educazione sessuale e quella civile (così la chiama) impartita nelle scuole statali d’Europa? È senz’altro la paura del relativismo che attanaglia il papa e la gerarchia romana. Il relativismo non è una religione o meglio non è un’ideologia, ma è la ricerca individuale della verità, la consapevolezza della propria spiritualità senza verità precostituite, calate dall’alto e costellate da dogmi e tradizioni spesso illogiche e irreali. Il relativismo è il motore del progresso della storia e dell’anima. Non capisco perché lo Stato debba abdicare a un suo dovere di informare e formare i suoi cittadini, dando loro gli strumenti per una ricerca consapevole, nel rispetto di tutti i movimenti religiosi senza la pretesa di indicarne uno come vero e assoluto. E non capisco neppure perché i cittadini debbano rinunciare al diritto all’educazione laica, che non presuppone nessuna guerra di religione, ma determina la consapevolezza del confronto e dell’accettazione del diverso … anche in campo religioso. Rifletta, papa Ratzinger, sull’indebita intrusione nella formazione religiosa dei bambini, costretti a essere cattolici sin dalla scuola materna, dopo aver fatto violenza col battesimo, quando nel Vangelo si parla di un battesimo consapevole dopo l’acquisizione della fede. Perché le scuole coraniche sono da criticare e il catechismo deve essere permesso, anzi … imposto?
Afferma che in certi Paesi (quali? Sarebbe opportuno fare i nomi per capire) occidentali dove “si accorda una grande importanza al pluralismo e alla tolleranza” e “la religione subisce una crescente emarginazione” e “si tende a considerare la religione come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante e si cerca con diversi mezzi di impedire con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale”. Dove sta scritto che l’etica laica è inferiore all’etica predicata dalla Chiesa di Roma? Perché uno Stato democratico deve subire l’influenza delle religioni, anzi la sua ingerenza, come avviene in Italia? Lo Stato, ogni Stato, deve avere come obiettivo la costruzione di una società fondata sulla giustizia e sul benessere dell’uomo, tenendo conto della tolleranza religiosa e della pluralità delle opinioni, senza discriminare le minoranze per le loro diversità. Il diritto di ogni minoranza, in uno stato di diritto com’è lo stato democratico, è il diritto di ogni maggioranza di disporre della propria vita e del proprio modo di vivere. L’obiettore di coscienza, che è pure dipendente dello Stato, deve assicurare al cittadino che lo chiede di potere usufruire dell’applicazione della legge, come nel caso dell’aborto, un’ipocrisia usata per non perdere il sul potere … sul più debole, perché, di fatto, i benestanti, anche e soprattutto cattolici, vanno all’estero, come per l’inseminazione artificiale.
Il Papa è altresì preoccupato che certi Paesi dell’America Latina “rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, non apprezzando il servizio che le comunità religiose offrono per l’educazione delle giovani generazioni”. Conclude esortando “tutti i governi a promuovere sistemi educativi che il diritto primordiale (?) delle famiglie a decidere circa l’educazione dei figli e che s’ispirino ai principi di sussidiarietà, fondamentale per organizzare una società giusta”.
Se gli Stati non apprezzano, una ragione ci deve essere ed è il fondamentalismo espresso dalla Chiesa di Roma. Non credo che i popoli dell’America Latina abbiano dimenticato le conversioni forzate operate dai sacerdoti che si servivano del braccio armato dei portoghesi e degli Spagnoli, come non hanno dimenticato la distruzione della loro cultura civile e religiosa. Quanti morti hanno causato il colonialismo e la conversione forzata in A. Latina nel segno della croce? Quante ricchezze sono state sottratte, quanto sfruttamento, quanta povertà ha generato? Fanno bene gli Stati a sottrarre l’educazione delle giovani generazione a “questa” Chiesa assetata di potere. Papa Ratzinger dimentica che di Italia nel mondo ce n’è una sola, servizievole e corrotta, pronta a dare ma a prendere molto in un intreccio di concessioni che prima o poi imploderà – si (nobis) di favent.
Il Papa parla come un capo di stato e, in effetti, lo è. Ma nella sua somma superbia pensa di essere al di sopra degli Stati. Se lo è perché non parla della rivolta del pane in Tunisia con la polizia che spara sulla folla affamata causando ben 50 morti? Perché non scomunica i mafiosi che tanto contribuiscono al degrado sociale taglieggiando e impoverendo i cittadini. E dei politici … perché non parla dei politici italiani … dei servizievoli politici italiani che tolgono alle strutture pubbliche per dare a una Chiesa già ricca di suo, alle sue scuole confessionali comprese le università cattoliche? Il principio della sussidiarietà– dove lo Stato non arriva, la Chiesa tende le mani … aperte - è un principio giusto, ma uno Stato serio costruisce strutture pubbliche e prepara personale idoneo. Le famiglie hanno il diritto di scegliere l’educazione dei figli … paghino il servizio a chi lo offre senza ricorrere allo Stato, al contributo di tutti gli altri cittadini, pur sapendo che delle scuole confessionale usufruiscono quelli che in gergo sono definiti i “figli di papa”. È proprio vero, piove sempre sul bagnato!
10 gennaio 2011
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