Chi ha vinto? Chi ha perso?
Entrambi gli schieramenti, perbacco!
Ma com’è possibile, vi chiederete?
Semplice. Ogni schieramento afferma a gran voce di aver vinto e, a voce ancora più alta, che gli avversari hanno perso. Cifre alla mano, per carità: confronti con le politiche, le regionali del 2005, le Europee … perfino le comunali.
È difficile risolvere un tale dilemma se ci riferiamo ai venditori d’illusioni che sono i nostri dipendenti, onorevoli o senatori che siano, ma una considerazione sembra vera: ha perso la politica, hanno perso i cittadini. Non tutti, in verità. Io escluderei, infatti, gli affaristi, gli speculatori, i corrotti e i corruttori, gli evasori fiscali, i mafiosi e i sodali, i venduti, tutte quelle categorie che vivono nel raggiro e nella sopraffazione.
Hanno perso i giovani il cui futuro è, a dir poco, incerto, sia nel lavoro, sia nella partecipazione istituzionale, ostacolati dai padri (fa eccezione Bossi che ha responsabilizzato il figlio eletto consigliere regionale … almeno per ora). Ha perso l’istruzione, la cultura, la ricerca, l’informazione, la solidarietà, l’umanesimo.
Ha perso la democrazia, intesa come quell’insieme di regole che portano alla civile convivenza nel rispetto reciproco del prossimo (un’altra parola caduta in disuso).
Ha perso, soprattutto, la dignità che è porgere una mano a chi chiede di sollevarsi.
Sono in tanti a tendere la mano: i giovani in cerca del primo impiego, i lavoratori che hanno perso il lavoro, le famiglie che vivono nell’indigenza, i pensionati che non arrivano nemmeno a metà mese, i diversi emarginati.
Ha perso la libertà, la libertà dal bisogno, la libertà dalla sofferenza dell’anima. Chi perde il lavoro o non ce l’ha non è libero, dipende è manodopera pronta all’uso che il potente ne vuole fare.
Non c’è dignità senza lavoro e il lavoro è libertà!
Ma state buoni, non disarmate, il premier ha promesso durante la campagna elettorale che i suoi primi impegni saranno nell’ordine, la riforma della giustizia, la riforma delle intercettazioni, il processo breve, il presidenzialismo e la sconfitta del cancro in tre anni.
Abbiate fede! Siate ottimisti e non assomigliate a quei comunisti rossi di odio e neri di pessimismo!
01 aprile 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento