Doni divini
Il terremoto in Abruzzo, un affare per la Chiesa
di Cecilia Maria Calamani [30 nov 2009]
Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, così commentò il terremoto in Abruzzo del 6 aprile scorso: “Il Signore ha voluto che in questa settimana santa, in qualche modo anche loro (gli abruzzesi, ndr) partecipassero, diciamo così, alla sofferenza e alla sua passione […] In questa tragedia vogliamo vedere qualcosa di positivo, in fondo il Signore quando ci fa partecipare delle sue sofferenze è perché vuol farci anche partecipare del valore della sua resurrezione”. Parole che suscitarono lo sdegno di tanti: Fanzaga dichiarava, in sostanza, che il terremoto – circa trecento morti, 1600 feriti, 65mila sfollati, interi paesi rasi al suolo – fosse una specie di regalo di Dio.
Dopo averlo criticato aspramente allora, oggi ci stiamo chiedendo se Fanzaga non avesse in qualche modo ragione, visto che per la Chiesa il terremoto abruzzese è stato, dal punto di vista economico, una manna dal cielo.
Infatti il Governo ha devoluto alla ristrutturazione di chiese e immobili ecclesiastici danneggiati dal terremoto gran parte della quota dell’8 per mille statale (14 milioni di euro) stanziata per “interventi per il sisma in Abruzzo”. Tutte opere che avrebbero dovuto essere finanziate dal fondo “edilizia di culto” compreso nella quota di 8 per mille destinata alla Chiesa.
Ma c’è di più. E’ notizia di questi giorni che la procura dell’Aquila abbia aperto un fascicolo in cui si ipotizzano i reati di peculato e distrazione di fondi pubblici per la costruzione della “Casa dello studente” nel capoluogo abruzzese.
L’edificio è stato costruito in soli 90 giorni con i fondi della Regione Lombardia (7,5 milioni di euro) su un terreno non edificabile di proprietà della Curia, la quale ha concesso solo il ‘diritto di superficie’ per trent’anni. Ciò significa che trascorso tale periodo tornerà ad essere proprietaria del terreno (divenuto nel frattempo edificabile) e in più dell’edificio realizzato con i soldi pubblici.
Il tutto grazie a un accordo – stipulato senza alcuna evidenza pubblica – tra Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, Roberto Formigoni, governatore lombardo, Gianni Chiodi, governatore abruzzese, Giuseppe Molinari, vescovo dell’Aquila, Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila e Stefania Pezzopane, presidente della Provincia.
Un iter inconsueto, per la magistratura, rispetto a quello adottato per le opere costruite o in via di costruzione nelle zone terremotate dell’Abruzzo: la Protezione civile, negli altri casi, ha preventivamente espropriato i terreni.
Trionfali, Berlusconi e Formigoni hanno inaugurato la nuova opera – per Formigoni “simbolo dell’amicizia tra l’Aquila e Milano” e, aggiungiamo noi, di totale riverenza a Santa Romana Chiesa – lo scorso 4 novembre.
Due le considerazioni da fare.
La prima: speriamo che il Papa elargisca questa ‘perdonanza’ a Berlusconi prima che lui e i suoi adepti devolvano tutti i nostri soldi al Vaticano. La seconda: forse Livio Fanzaga – cattivo gusto a parte – ha lanciato un messaggio subliminale che i più al momento non hanno colto. Forse.
Fonte del post: http://www.cronachelaiche.it/2009/11/le-vacche-grasse-del-terremoto-in-abruzzo/
postato da: Deicida alle ore 13:44 | Permalink | commenti (6)
categoria:8x1000, fondi pubblici, padre livio, affari chiesa, doni divini
venerdì, 27 novembre 2009
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tratto da wwwNon tutti i mali vengono per nuocere.deicida.it
04 dicembre 2009
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