Nell’ultimo post ho affrontato la cattiva informazione, quella di parte, quella che criminalizza perché “la prima volta non si dimentica”, per questo buttare fango diventa la principale occupazione.
Poi, gli italiani hanno una particolare predisposizione per il gossip, o pettegolezzo che dir si voglia.
Gli Italiani “brava gente”, santi e navigatori, artisti e instancabili lavoratori, ormai sono icone di un passato che sembra lontano secoli e sempre più si allontana, sostuite dal prototipo dell’Italiano furbo, sempre più “appiccicato” al proprio particulare, pronto a tutto per la “famiglia”, intesa come “insieme di persone unite da un vincolo di affinità”, a chiuder gli occhi, a tappare le orecchie, a sigillare la bocca, proprio come le tre scimmiette.
Ormai è questa l’immagine che circola nel contesto internazionale e lo si può notare tutte le volte che si prende una decisione di valore.
A casa nostra va ancora peggio: arroganza, supponenza, aggiramento delle leggi, accuse e vilipendio alla giustizia, lotta tra le istituzioni, leggi ad personam, delegittimazioni, arricchimenti illeciti, evasione fiscale legalizzata, incertezza delle pene, società off-shore, capitalismo di stato foraggiato dai contribuenti, truffe all’Europa, spesa sanitaria fuori controllo, consulenze come sperpero del pubblico denaro, la scuola in disarmo, l’invadenza del Vaticano sulle scelte etiche ed altro ancora.
Il Paese, insomma, di bengodi…ma non per tutti, solo per quelle “caste” legati da un forte senso di solidarietà, un’immensa massoneria alla luce del sole, di cui molti godono e il resto attende di godere.
Un quadro piuttosto negativo, potreste dire, ma, escludendo alcune eccellenze, reale.
Il nostro è un Paese in rovina, che va sempre più giù: una classe politica mediocre, litigiosa e senza idee che, non risolve i problemi se non quelli del premier; una classe imprenditoriale, con alcune eccezioni, che vive sulle spalle degli italiani onesti, cioè di quelli che pagano le tasse, e grazie ai “bonus” statali (il caso più eclatante è la svendita dell’Alitalia); l’informazione, il cosiddetto quarto potere, asservita al politico proprietario o all’imprenditore (Caltagirone docet), che non ha il coraggio né la volontà d’incalzare politici e imprenditori (qualche mosca bianca c’è ma stanno cercando il ddtt adatto); il popolo “sovrano” a metà, che non vota, ma fa il tifo, evasore, furbo ed egoista, partecipe del degrado socio-politico-culturale in cui precipitiamo, senza coscienza civica; una serie di garanzie legali che i potenrti si sono dati mimetizzandoli come garanzie per tutti i cittadini che legano le mani alla giustizia la sola, anche con le sue magagne, che può ancora fermare questa deriva; un parlamento nominato dalle segreterie dei partiti, ridotto a mero strumento del padrone, che legifera senza tener conto dell’opposizione, questa merita un discorso a parte in quanto anch’essa responsabile dello sfascio, né degli interessi reali del cittadino e del Paese, ma sotto la spinta d’interessi di parte che causano, quindi, danni all’economia e al vivere civile.
Infine, ma non l’ultimo per importanza, la gerontocrazia invasiva, presenti in tutti i settori della vita pubblica: parrucconi legati alla poltrona, che tengono fermo il Paese nella strada delle innovazioni e del progresso, mentre i giovani sono tenuti in panchina; poi, quando diventeranno come loro ne prenderanno il posto, un museo di cere viventi, solo apparenza, senz’anima, come una famosa canzone anni sessanta.
A proposito di gerontocrazia o di museo delle cere, una notizia dell’ultima ora riferisce che l’Associazioni di ex parlamentari, ne comprende ben 1.550, non condividendo che siano privati, con apposita legina (il Senato l’ha già votata), dei benefit finora goduti, hanno avuto la promessa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che saranno utilizzati previo invio dei curricula, come consulenti a titolo gratuito ma con rimborso spese. Lo Stato avrebbe risparmiato, “irrisoria economia” la definiscono gli ex, un milione 726 mila euro, ora…vedremo!
Tra gli ex troviamo: Tiziana Parenti, Giorgio Benvenuto, Enzo Maiorca, Giovanni GalloniMario D’Acquisto, Antonio Rubbi, Franco Coccia.
Lippi, il CT della Nazionale, potrebbe affincarli al trentacinquenne Cannavaro.
19 luglio 2009
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