14 novembre 2007

UNO STATISTA SUI GENERIS

Mentre tutti aspettano con ansia l’esito del voto sulla Finanziaria, Berlusconi è certo che alla fine il governo Prodi cadrà. Non per la sua mediocrità, certamente il livello è più alto del precedente di centro destra, ma per implosione, cioè a causa dei litigi all’interno della coalizione.
Un ritornello che accompagna l’attuale governo sin dal giorno del suo insediamento. Così, Berlusconi con tutte le spallate che ha dato avrà la clavicola ormai slogata e la mente ottenebrata, dato che non ha prodotto ad oggi una proposta politica alternativa ad una qualsiasi proposta governativa.
A Montecatini, come si apprende dalle cronache giornalistiche, il Cavaliere ha pronunciato un no secco a qualsiasi richiesta di dialogo sulla riforma elettorale, mostrando una mancanza di senso dello stato assoluta nonché un’assenza del concetto di democrazia parlamentare fondata sulla legittimazione dell’avversario politico e sul confronto costruttivo.
Per di più la legge elettorale deve rappresentare la sintesi condivisa di una o più proposte che tutti alla fine faranno propria e che, salvo lievi correttivi che si renderanno necessari, non deve essere modificata al cambio d’ogni governo, ma deve accompagnare il susseguirsi di più legislature, senza creare sconcerto e confusione tra gli elettori.
Affermando che la proposta Veltroni cancellerebbe la “conquista del bipolarismo”, Berlusconi. sembra disconoscere che il bipolarismo all’italiana ha portato all’attuale ingovernabilità e alla creazione di piccoli partiti, per lo più familiari o personali, che per necessità hanno formato due aggregazioni, Casa e Unione, disomogenee e litigiose.
Ma forse la ragione del rifiuto e un’altra: “andare al voto con la legge vigente, senza rinunciare al premio di maggioranza”. Un parlamento militarizzato, agli ordini del leader, è il sogno di Berlusconi che non riesce a vedere vie di mezzo: o con me o contro di me.
Il dialogo sarà possibile solo se “le urne non daranno a una parte politica la maggioranza”. Fare, cioè, di necessità virtù.
E se la campagna acquisti gli darebbe ragione, allora la spallata avrebbe successo.
Non c’è che dire, la sfera di cristallo prima o dopo, anche se molto dopo, risponderebbe alle speranze. E sarebbe un triste giorno!

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